Cronache

"Ma quale gioco social con il semaforo rosso" L'ira dei genitori di Gaia

Pure i testimoni smentiscono l'ipotesi di una sfida: «Erano da sole e si tenevano per mano»

"Ma quale gioco social con il semaforo rosso" L'ira dei genitori di Gaia

Roma Un'autostrada a tre corsie. Corso Francia, però, corre all'interno della capitale, tra i quartieri Collina Fleming e Vigna Clara. Pochi gli attraversamenti pedonali in proporzione alla sua lunghezza e nessun sottopasso, solamente un guardrail che a tratti protegge le automobili fra le corsie opposte. «Le auto sfrecciano a velocità pazzesche - raccontano i commercianti della zona - Gli autovelox? Neanche a parlarne». Un problema che il presidente del XV Municipio, il pentastellato Stefano Simonelli, sta cercando di affrontare con la prefettura, competente per i dissuasori e i limitatori di velocità. Intanto sul tavolo dell'Ufficio Tecnico ci sarebbe un progetto per installare new jersey removibili in grado, almeno, di impedire ai pedoni di attraversare lo stradone a doppia carreggiata lontano dai semafori o dalle strisce pedonali.

Per gioco o per imprudenza: di fatto corso Francia è attraversato giorno e notte da pedoni che rischiano di finire come Camilla e Gaia. Un pessima e soprattutto pericolosissima abitudine da stroncare prima possibile. Intanto i familiari delle 16enni respingono con fermezza l'ipotesi che le ragazze abbiano attraversato la strada con il semaforo rosso per sfidare le auto e «postare» poi l'impresa sui social. Una certezza: Camilla e Gaia erano sole. Si tenevano per mano e a guardarle non c'era nessun amico. Lo mette a verbale Jacopo Daliana, fermo al semaforo dalla parte opposta in attesa del verde per i pedoni. Lo racconta David Rubin Mosche che, alla guida di una Smart, le vede e si ferma. Lo testimoniano Orlando Townshend ed Emiliano Annichiarico, anche loro in auto su corso Francia. Annichiarico, in particolare, vede la city car ferma per far passare le due ragazze mentre arriva il Suv di Genovese. «Nello stesso momento - verbalizza Annichiarico - mi sono accorto del sopraggiungere, sulla corsia centrale di corso Francia, direzione centro città, di un'autovettura di grosse dimensioni. L'auto procedeva a un'andatura esageratamente sostenuta». Nessuno parla di gruppi di ragazzi vicino a Camilla e Gaia.

Interviene la famiglia Romagnoli attraverso il suo legale, l'avvocato Cesare Piraino: «Attendiamo l'esito delle indagini da parte della Procura della Repubblica. Nel frattempo stiamo svolgendo nostre indagini difensive per l'accertamento pieno della verità. Abbiamo anche contattato uno dei periti italiani più prestigiosi nella ricostruzione scientifica degli eventi complessi e drammatici al fine di avere, quando sarà possibile, una ricostruzione, appunto, scientifica del drammatico incidente». I genitori e la sorella di Gaia continuano: «È falso che il gruppo degli amici di Camilla avesse l'abitudine di svolgere quel fantomatico gioco del semaforo rosso» aggiungono. «La signora Romagnoli ha tenuto a ribadire più volte che loro interesse è solo la giustizia e mai la vendetta», chiude il legale. Durante la veglia di giovedì la mamma di Gaia, commentando gli arresti domiciliari disposti al ventenne che ha investito la figlia e la sua amica, ha detto «meritava di più».

Paolo Genovese, il regista e padre del giovane alla guida del Suv, avrebbe scritto una lettera ai familiari delle 16enni.

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