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Quant'è lontana l'Europa green

No, non chiamiamola "tragica fatalità", perché di tragico c'è solo il dolore di chi ha perso la vita e la casa. Da giorni gli abitanti lamentavano un forte odore di gas, Italgas assicura: nessuna irregolarità

Quant'è lontana l'Europa green

No, non chiamiamola «tragica fatalità», perché di tragico c'è solo il dolore di chi ha perso la vita e la casa. Da giorni gli abitanti lamentavano un forte odore di gas, Italgas assicura: nessuna irregolarità. Ma siccome mezzo paese è saltato in aria, toccherà alla Procura di Agrigento, e presto, dare nomi e cognomi ai responsabili della strage di Ravanusa. Qualcuno ha sottovalutato il rischio di far passare tonnellate di gas in mezzo alle case? Difficile dirlo con certezza ma probabile. Ma è altrettanto difficile scorgere tra le macerie delle case del piccolo centro siciliano se non un granello di questa Europa che vorrebbe controllare tutto e tutti, inscatolare in rigidi parametri un continente spezzettato in miliardi di piccole identità locali. Non è (soltanto) il boato che ha spezzato per sempre la pace di questo lembo di terra a rendere così ovattata l'eco di parole come «transizione digitale», «green economy», «sostenibilità» o «resilienza». Sono parole vuote, slogan senza senso né sostanza, lì alla periferia dell'Impero, lontano nello spazio e financo nel tempo dai soloni di Bruxelles. Anche il Pnrr, che una stanca narrazione mainstream considera alla stregua di un nuovo Piano Marshall per il Sud, rischia di restare un'altra incompiuta. Come ha detto Flavio Cattaneo su queste colonne «non basta un'infrastruttura da sola a creare Pil, ci vuole un sistema», e qui di sistema non c'è neanche l'ombra. Il gap tra Calabria, Sicilia e tre quarti di Mezzogiorno con il resto del Continente non si colmerà mai, perché mancano i presupposti. L'Italia non è Milano (purtroppo), l'Europa non è la Germania ma un gran corpaccione insaccato. La stessa goccia di pioggia che scivola indenne sul tetto spiovente di Innsbruck allaga una strada a Sarno e uccide una donna o spacca un ponte tra Alcamo e Trapani. È impossibile pensare di strappare pezzi di Paese fermi al Medioevo e di trascinarli di forza nel 2021, lasciandoli indenni. La modernità infilzata in un terreno fragile - la stragrande maggioranza dei Comuni del Meridione è a rischio dissesto idrogeologico - poi presenta un conto tragico e fatale. Specie se il progresso dalla faccia pulita fa il gioco sporco delle consorterie criminali, che in quelle terre fanno il bello e il cattivo tempo.

Avvelenando il futuro dei loro stessi figli.

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