Coronavirus

Quarte dosi col freno: 36mila il primo giorno

Lontano il target dei 100mila over 60 vaccinati. Gimbe: "Troppi ancora senza"

Quarte dosi col freno: 36mila il primo giorno

Le prenotazioni della quarta dose procedono, con pazienti in attesa negli hub di Puglia, Sardegna, Veneto, Lazio. Over 60 in coda anche il Lombardia, dove tuttavia si è registrato qualche problema informatico: le persone che in questi mesi hanno ricevuto la tessera sanitaria nuova non riescono più a ricostruire il loro iter vaccinale e quindi fanno fatica a chiedere il nuovo richiamo.

Sono quasi 47mila le dosi di vaccino somministrate nel primo giorno di ripresa della campagna, di queste 36mila sono state quarte dosi riferite alla platea dei 60-69enni. Ma l'obbiettivo delle 100mila iniezioni al giorno non è affatto vicino. «È comunque confortante che le prenotazioni siano aumentate» commenta Carlo Signorelli, ordinario di Igiene al San Raffaele. Il presidente della fondazione Gimbe Nino Cartabellotta fa notare come le somministrazioni nelle persone più vulnerabili non siano mai decollate e rappresentino «un flop su cui pesano anche inaccettabili differenze regionali. Le coperture con la quarta dose - spiega - sono al 47,8% per gli immunocompromessi e appena al 22,5% per gli over 80 e fragili. Il motivo? Manca la strategia di sensibilizzazione: anzi, a causa delle aspettative sui vaccini aggiornati le persone sono state dissuase dall'effettuare la quarta dose subito».

Con oltre 107mila contagi, 105 decessi, ricoveri ordinari arrivati a quota 10mila e un tasso di positività del 26,5, preoccupa anche la crisi che sta attraversando il governo che invece dovrebbe impostare quanto prima le strategie per affrontare l'autunno campagna vaccinale, scuola, quarantene, vaccino unico contro virus e influenza. E va bene considerare il «giro estivo» delle quarte dosi come un primo filtro per non arrivare del tutto scoperti in autunno, ma «sarà fondamentale un coordinamento, una continua attenzione, una prosecuzione delle attività. Certo è che l'eventuale depotenziamento dell'autorevolezza di un Governo in carica preoccupa» commenta il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'università Statale di Milano. Tra l'altro, la fondazione Gimbe fa notare che «è bene essere consapevoli che la durata del plateau e la successiva discesa della curva dei contagi potrebbero essere molto lenti, anche in ragione del numero di casi non noti alle statistiche ufficiali».

Altro tema su cui lavorare: i latitanti del vaccino. In base al quadro ricostruito dalla fondazione Gimbe, restano più o meno ferme le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid in Italia - al 13 luglio l'88,1% della platea - e quelle di chi ha completato il ciclo vaccinale (86,6%). Mentre risultano 6,84 milioni di over 5 non vaccinati, di cui 2,64 milioni temporaneamente protetti in quanto guariti da Covid da meno di 180 giorni. E 7,85 milioni di persone non hanno ancora ricevuto la terza dose. Dall'Oms arriva anche il quadro «estivo» di tutta Europa: cresce per la quinta settimana di fila il numero di nuovi casi settimanali nel mondo, dopo un trend che era stato in calo dall'ultimo picco toccato a marzo 2022. Fortunatamente emerge anche un rallentamento della crescita dei contagi in Europa: se nel precedente bollettino era +15%, negli ultimi sette giorni risulta essere pari a +4%. Ma fra i Paesi con il maggior numero di nuovi casi settimanali al mondo c'è anche l'Italia che, con 661.

984 contagi in sette giorni (in crescita del 30%) è terza dietro alla Francia (+6%) e agli Stati Uniti (-6%).

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