
Abbecedario della gastronomia dell'estate 2020, l'anno meno normale di sempre che cerca nella bella stagione un momento di oblio, e nel cibo un po' di conforto. Quattordici parole, dodici tra concetti, ingredienti, tendenze che ci accompagneranno nei prossimi mesi di mangiate fuori.
Anguria Un tempo frutto pop e di scarsa maneggevolezza, l'anno scorso è comparso in quasi tutti i menu dei grandi chef a volte in collocazioni inaspettate e ora è finito anche nella ristorazione media. La rivincita del mangia-e-bevi.
App Già affermatesi prima del lockdown (The Fork, Tripadvisor eccetera) ora governano la nostra esperienza al ristorante perché permettono di limitare al massimo i contatti fisici. Buon app...etito.
Caffè Da anni siamo convinti che la nera bevanda sia destinata a diventare qualcosa di più di una semplice pausa corroborante. Le esperienze si moltiplicano anche nella bella stagione: addio caffè freddo dimenticato in frigo, ecco il Cold Brew.
Clientela Sembra assurdo dirlo ma è tornata al centro dell'attenzione di chi fa ristorazione. Ma come, direte voi, non è sempre stato così. No, prima il cliente era spesso qualcuno che aveva sempre torto, e che passava in secondo piano rispetto al pensiero dello chef, al concept del locale eccetera. La crisi post-Covid ha fatto temere a molti ristoratori che nessuno sarebbe tornato al ristorante e ora chi ci va può aspettarsi di essere coccolato un po' di più. La pandemia fa bene all'amore.
Dehors Va bene tutto: giardini, terrazze, gazebo, marciapiedi, cortili, pedane, piazzole. Basta stare all'aperto. Piaceva anche prima, ma ora è quasi un obbligo.
Ghiacciolo Era il cugino sfigato del gelato, ora si mangia e si trova ovunque, anche in versione chic. Arcobaleno addio
Ghost kitchen È un ristorante che lavora in tutto e per tutto come gli altri, solo che è esclusivamente studiato per il delivery. Prima una buona idea, oggi semplicemente una miniera d'oro.
Hamburger Che poi Noma, il più celebre ristorante al mondo (si trova a Copenaghen, per i pochi che non lo sapessero) ha deciso di servire solo hamburger. Succede solo da McNoma.
Italia Nel senso di riscoperta delle tradizioni, del territorio, dopo anni di contaminazioni. Un modo per cercare conforto in quello che si conosce, per aiutare i produttori locali e quindi la nostra economia. Perché quando si ricomincia, si ricomincia sempre da qualcosa di vicino.
Ostriche Sono d'ovunque, nude e crude oppure cotte. Continunano a non piacere a molti, ma coloro che le amano hanno finalmente imparato a non considerarle un cibo da decadenti debosciati.
Pic nic Spazi aperti, distanziamento sociale, un bel take away anche di qualità nel cestino più o meno virtuale ed ecco che un rito dei ponti primaverili si trasforma in liturgia salvavita.
Rosato Il vino democristiano per eccellenza (né destra né sinistra, né rosso né bianco), un tempo guardato con diffidenza dai winelover che ne odiavano la scarsa personalità oggi surfa sull'onda di interpretazioni autorevoli e coraggiose ed è diventato davvero un'alternativa nel calice.
Sakè Contraddice un po' la nostra indicazione patriottica di qualche voce fa, ma la verità è che quella giapponese originata da una fermentazione del riso si sta imponendo come una bevanda versatile, da tutto pasto, da cocktail e da meditazione che sempre più locali anche italiani mettono in carta.
Servizio C'è qualcuno in sala? No, perché mica esiste solo lo chef! Maître, camerieri,
sommelier, è giunto il momento in cui vi diate da fare per essere il vero valore aggiunto di un ristorante. La maggiore attenzione alla clientela del post-Covid di cui parlavamo potrebbe finalmente portare la sala alla ribalta.