Quattro mascherine: 240 euro, "Macché sciacalli, introvabili"

Lo scontrino finisce sui social. Difesa della farmacista: "Prezzo sicuramente alto, ma vicino a quello di costo"

Quattro mascherine: 240 euro, "Macché sciacalli, introvabili"

«Una vera cattiveria»: protesta e si difende la dottoressa Paola Colombo, titolare della farmacia Boccaccio, aperta 24 ore su 24 nel centro di Milano. Da ieri un suo scontrino è finito sui social e lei è additata come profittatrice nell'emergenza sanitaria. Un cliente ha acquistato quattro mascherine Fpp3 a 60 euro ciascuna, totale: 240 euro. Una follia, dicono molti suoi colleghi. Lei non si nasconde e argomenta: «Il prezzo è alto certo, ma molto vicino al prezzo di costo. Sono introvabili anche per noi e io ho fatto i salti mortali per fare rifornimento, accettando costi fuori mercato. Altri farmacisti - sostiene - hanno scelto invece di non comprarle, se non ai prezzi di sempre o quasi. Rimanendo in questo modo sprovvisti».

A Milano, come in altre città, sono settimane ormai che le farmacie espongono il cartello: «Mascherine esaurite». La risposta alla domanda dei cittadini è sempre la stessa: «Sono in consegna...». Una delle dipendenti della farmacia che le aveva fino a due giorni fa ha pianto, vedendo i post con gli attacchi. «È sconfortante - dice la titolare -, ci accusano di essere sciacalli. Siamo in trincea, ho dipendenti con bambini piccoli che mi chiedono di poter stare a casa, ma noi non possiamo stare a casa. I clienti ci assalgono se rifiutiamo di dare più di due mascherine o se chiudiamo la porta per scaglionare gli ingressi, ci sono crisi di panico». La dottoressa quindi considera ingiusta la gogna social. «Io cerco mascherine notte e giorno, anche per noi e i nostri familiari, visto che l'Ats non ce le fornisce. Le cerco in Spagna, Stati Uniti, su Amazon. Ho messo in vendita tutti i lotti che ho trovato, compresi alcuni dei pezzi che avevamo messo da parte per noi. Le diamo prima di tutti ai malati cronici, ne abbiamo regalate decine a conoscenti o a chi non poteva comprarle. Ho medici che mi supplicano di dargliele, perché non rientrano nelle specializzazioni cui vengono distribuite. Per non parlare delle centinaia che ci dovevano arrivare e sono state requisite dalle forze dell'ordine».

La farmacista spiega che i prezzi non possono essere gli stessi di un tempo, perché quello che prima era un acquisto diretto dal produttore adesso passa attraverso 4-5 passaggi. «Anticipo migliaia di euro, ma a volte la merce non mi arriva...». Lo scontrino incriminato? «Il signore che ha insistito per averne quattro invece di due, poteva non comprarle. Sarebbero state più utili a un malato grave. I miei colleghi che dicono che non dovrebbero costare più di 10-15 euro? D'accordo, ma scommetto che loro non le trovano da giorni...». Rivendica la sua scelta scomoda: «L'alternativa era lasciare senza mascherina chi ne ha bisogno. Ringrazio chi ha apprezzato questa nostra efficienza e l'impegno nella ricerca dei prodotti, per poter rendere un servizio indispensabile».

C'è un video condiviso su Facebook che mostra lo scontrino di una farmacia di Pescara, segnalato alla Guardia di finanza: 149 euro per cinque mascherine e un gel disinfettante. Sempre la Guardia di finanza, a Palermo, ha sequestrato mascherine vendute a 10 euro in mezzo a bibite e snack negli ospedali Cervello e Villa Sofia. Gli investigatori verificano se ce ne sono altre nei distributori di altri ospedali cittadini. E hanno identificato i gestori delle macchinette. Mentre a Brescia le Fiamme gialle hanno sequestrato oltre 400 mascherine prive della marcatura Ce.

Potenzialmente nocive, erano state acquistate in nero direttamente dal Brasile, senza documentazione di conformità sanitaria. La merce era nascosta e veniva mostrata solo su richiesta del cliente. Il titolare dell'attività commerciale rischia multe tra i 4.500 e i 48mila euro.

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