Coronavirus

"Quattro non è il numero magico"

L'infettivologo: "All'aperto meno rischi, poi anche al chiuso"

"Quattro non è il numero magico"

Oggi è fissato il confronto governo-regioni per stabilire il numero limite dei commensali a tavola che al momento è 4. Un vincolo duramente contestato dai ristoratori.

Ma quali sono le motivazioni alla base di questa scelta che appare sovrapponibile a quella dell'orario per il coprifuoco? «Quattro non è un numero magico e i limiti sono sempre arbitrari», osserva Roberto Cauda, professore ordinario di Malattie infettive presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore. L'infettivologo pur sottolineando la necessità di rispettare le regole ritiene sia possibile far saltare questi limiti molto presto.

Professore che differenza c'è tra quattro o sei persone a una stessa tavola all'aperto o al chiuso?

«I limiti che vengono posti sono sempre inevitabilmente arbitrari. Quando si prendono delle decisioni si devono fare delle scelte come quando è stato deciso di mettere il coprifuoco: difficile dare una specifica ragione scientifica alla scelta delle 22 contro quella delle 23. All'aperto il rischio è inferiore».

Quindi la differenza tra un limite di 4 persone e uno di sei non poi così cruciale?

«Se resti seduto a lungo a distanza ravvicinata, un metro, il rischio sussiste comunque anche se si è soltanto in quattro perché non è un numero magico che ti esenta dai rischi. Ma è pur vero che alzando il numero dei commensali il rischio sale: è una questione statistica. E sappiamo benissimo che il problema del Covid è rappresentato soprattutto dagli asintomatici che non sanno di essere portatori del virus. Più persone ci sono in una stanza più sale il rischio».

Ma in questo momento il tetto di 4 persone a tavola potrebbe essere tolto secondo lei?

«Per le zone bianche ritengo che il limite di 4 persone a tavola soprattutto all'aperto possa essere emendato presto alla luce delle progressiva riduzione dei contagi. Ci sono molti elementi che giocano a favore di una maggiore libertà».

Quali?

«Si tiene sempre conto dei vaccinati come è giusto ma non si devono dimenticare anche i guariti. Il numero di persone che sono state contagiate dal Covid19 e che sono guarite è molto più alto rispetto alla cifre ufficiali perché soprattutto nella prima fase dell'epidemia quando non c'era alcun tracciamento e gli ospedali erano sotto pressione, molti tra gli asintomatici e i pauci sintomatici sono sfuggiti a qualsiasi monitoraggio»

Quindi il virus circola meno anche grazie ai guariti?

«Sappiamo che anche con pochi anticorpi il rischio di reinfezione è praticamente nullo. Insomma una volta raggiunto il 50 per cento di persone vaccinate nella popolazione e sapendo che a queste possiamo aggiungere un numero di guariti maggiore di quello noto, francamente possiamo anche pensare di togliere i limiti e anche la mascherina all'aperto».

Come possiamo evitare che nel periodo autunnale il coronavirus riprenda a circolare?

«Dobbiamo vaccinare tutta la popolazione più in fretta possibile anche quella in età pediatrica: È l'unico modo per fermare i virus ed evitare che possa ripresentarsi anche con delle varianti».

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