Chi ancora pensa che sia esotico mangiare un sushi o un ceviche, è proprio fuori dal mondo. Ignora quali e quanti regimi alimentari assurdi, strampalati e a volte perfino provocatori esistano. Diete frutto di scelte salutistiche, etiche, religiose, politiche, perfino identitarie. Roba che fa sembrare vegetarianesimo e perfino veganesimo scelte conservatrici. Allacciate le cinture: si parte.
Cucina queer. Queer - parola che dà la lettera Q alla sigla Lgbtq, che identifica le comunità sessualmente differenti dall'eterosessualità - identifica non una pratica sessuale particolare ma l'eccentricità, la liquidità, l'ambiguità. Translato a tavola indica non una categoria di cibi particolare bensì un modo di mangiare inclusivo e alla portata di tutti, «comfort» ma al contempo strano e spiazzante. Graditi i richiami all'estetica «arcobaleno» ma senza eccessi perché chi mangia queer per definizione non vuole essere etichettato in uno stereotipo. Capito tutto? Noi quasi.
Cucina gay. Esiste anche essa dal 1965, anno in cui lo scrittore omosessuale Lou Rand Hogan provò a codificare un ricettario e una prassi gastronomica omosex nel libro «The Gay Cookbook». Il volume non è tanto interessante per le ricette quanto per lo sforzo di immaginare per la prima volta gli omosessuali americani in una dimensione ironicamente domestica lontana dalle semplificazioni «nottambule» e peccaminose.
Paleodieta. Vegani tappatevi gli occhi e le orecchie. Qui si parla di un regime alimentare basato esclusivamente sui cibi reperibili prima dello sviluppo delle tecniche agricole. E quindi selvaggina, sangue frattaglie, pesce, crostacei, rettili, vermi, bachi, insetti, uccelli, uova, bacche, miele, vegetali spontanei, radici, bulbi, noci e semi. Chi propugna la paleodieta assicura che l'uomo delle caverne non soffrisse di molte malattie dovute allo sviluppo. Ma non ci vuol molto per comprendere che si tratti di un'alimentazione priva di ogni fondamento nutrizionale e scientifico.
Dieta alcalina. Altra consorteria alimentare quella di chi pensa che assumendo prevalentemente alimenti che spingono il nostro pH del corpo verso l'alcalinità (ovvero il contrario dell'acidità) si abbiano effetti benefici per il nostro corpo, soprattutto per quanto riguarda la minore possibilità di sviluppare un tumore. I medici ribattono che qualsiasi cosa noi mangiamo viene comunque attaccata dai succhi gastrici che la «acidificano». Quindi pensare di alcalinizzare il nostro corpo è un'utopia. Esempi di cibi alcalini? Tuberi, radici, crucifere, cetrioli, mele, sedano, uva e - sembra strano - anche il limone. Sai che godimento.
Cucina «liberal veg». I vegetariani liberali sono quelli che reintroducono la carne nella loro dieta a patto che sia di qualità, biologica e certificata, avvalorata da una dichiarazione dettagliata della provenienza e dei sistemi di allevamento animali.
Reducetariani. Assimilabile alla tribù precedente quella che annovera chi senza abolire la carne dalla propria dieta tende a ridurne la quantità e a controllarne la qualità.
Cucina viola. La «purple diet», resa popolare da Mariah Carey, si fonda sull'assunzione almeno tre giorni a settimana di soli cibi di questo colore (mirtilli, ribes, more, fichil, prugne, radicchio, melagnzane e pomodori neri) ricchi di antiossidanti. Pare renda più intelligenti, ma qui scatta il «comma 22» del cibo: «Il cibo viola rende più intelligenti, ma se mangi solo viola non puoi essere intelligente».
Cucina biblica. Tale Jordan S. Rubin assicura di essere guarita dal morbo di Cronin evitando cibi impuri secondo la parola di Dio e comunque pregando sempre prima e dopo ogni pasto.
Dieta delle lenti blu. Inventata dai giapponesi, prevede di mangiare indossando occhiali con lenti blu. Colore che rendendo il cibo meno attraente spingerebbe a mangiare di meno. Poi però tolti gli occhiali arriva una fame... blu.
«Baby food». Molto amata dalle star hollywoodiane prevede di mangiare un po' di tutto ma sempre in forma di omogeneizzati. Sedici vasetti al giorno e via. Poi se vi dimenticate come si usano i denti non lamentatevi co noi.
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