Politica

Quei flop giudiziari che hanno cambiato la storia

Dall'avviso di garanzia al Cav del '95 a Why not: quando i pm travolgono le istituzioni

Quei flop giudiziari che hanno cambiato la storia

Inchieste che fanno cadere governi, terremotano maggioranze, spazzano via ministri coprendoli di ridicolo, cambiano la storia politica italiana per finire poi nel nulla. Da sinistra a destra, la storia (soprattutto) recente è costellata di detonazioni giudiziarie che hanno stravolto il corso naturale di una legislatura per poi finire archiviate, ma anni dopo. Si parte dal famoso invito a comparire della Procura di Milano recapitato a mezzo stampa nel novembre '94, durante un G7 a Napoli, a Silvio Berlusconi da poco premier, nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti Fininvest alla Gdf. Una bomba che accelerò la caduta del primo governo Berlusconi, già incrinato per le divergenze con l'alleato leghista. Il processo, poi, è andato avanti per sette anni, concludendosi nel 2001, in Cassazione, con l'assoluzione «per non aver commesso il fatto». Ancora più devastante l'effetto di «Why not», la superinchiesta flop dell'ex pm De Magistris, capace di mettere in ginocchio un governo, quello del professor Prodi 2006-2008, con decine di indagati tra cui lo stesso premier (poi archiviato) e il ministro della Giustizia, Clemente Mastella (poi archiviato, con la seguente motivazione: «non vi erano neanche gli estremi per poter iscrivere Mastella nel registro degli indagati»). Eppure fu quell'inchiesta rivelatasi una bufala - al punto da arrivare alla condanna del suo pm titolare, De Magistris - a minare dalle fondamenta il governo Prodi, e a portare poi Mastella, raggiunto da un'altra indagine insieme alla moglie (inchiesta che secondo l'ex ministro «fu la conseguenza di quella di Catanzaro»), alle dimissioni con conseguente crisi e fine prematura della legislatura.

Quando non cade un governo, cade un ministro, salvo poi scoprire che non c'era niente. É successo nel 2006, quando l'allora titolare della Sanità, Francesco Storace, viene indagato per il cossiddetto «Laziogate», un altro megaflop giudiziario basato su un intreccio buono per la serie di James Bond: Storace avrebbe usato spie e hacker per violare la banca dati dell'Anagrafe comunale di Roma e carpire informazioni sui suoi avversari politici. Una storia affascinante, ma una bufala. Nel frattempo però Storace si era dimesso da ministro, in attesa della sentenza finale, arrivata sei anni dopo: completamente scagionato dalle accuse «perché il fatto non sussiste». Anche Claudio Scajola, dimessosi da ministro dello Sviluppo Economico per la vicenda della compravendita della famosa casa davanti al Colosseo, ha visto un epilogo simile: assolto perchè «il fatto non costituisce reato».

Altri mostri e streghe messe al rogo. Chi si ricoda del siciliano Francesco Saverio Romano, ministro dell'Agricoltura del govenro Berlusconi nel 2011? Indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, l'opposizione (Pd-Fli, Idv) votò una mozione di sfiducia nei suo confronti, che non passò, con grave spregio del Parlamento. Poi, però, l'inchiesta su di lui, condotta dalla Procura di Palermo, si è rivelata (dopo dieci anni) un altro buco nell'acqua, con l'assoluzione nel luglio 2012 dall'accusa di concorso esterno «perché il fatto non sussiste». Strega da bruciare è stata invece la leghista Rosy Mauro. Coinvolta nell'inchiesta sui fondi della Lega nord, espulsa con vergogna dal consiglio federale del Carroccio, messa alla gogna per una serie di spese pazze con i soldi (pubblici) del partito (comprese allusioni a sfondo sexy, che pagasse un amante con quei fondi), dopo due anni gli stessi pm che le contestavano le presunte ruberie si sono convinti che non esistevano, e per l'ex vicepresidente del Senato hanno chiesto l'archiviazione.

E quanto ha pesato il processo Ruby sul destino dell'ultimo governo Berlusconi? Quando arriva al G20 di Cannes, primi giorni del novembre 2011, il summit dei sorrisi beffardi di Merkel e Sarkozy, oltre allo spread (altro agente esterno che ha modificato la storia politica nazionale, su cui peraltro indaga la Procura di Trani) Berlusconi, agli occhi dei potenti europei, è un premier azzoppato dall'immagine di sfruttatore di minorenni. Si concluderà, anche il caso Ruby, con l'assoluzione. Ma sempre dopo che tutto è già successo.

È stata l'inchiesta «Why not» di de Magistris, poi rivelatasi una bufala, a far finire in anticipo il governo Prodi

Storace, indagato nel Laziogate, si dimise da ministro della Sanità nel 2006. Poi assolto in pieno nel 2012

L'avviso per le tangenti Fininvest alla GdF arrivò al Cav a novembre del '94, durante il G7. Nel 2001 fu assolto

Commenti