Coronavirus

Quei furbetti della gita "immuni" a ogni divieto

Multe e scuse folli: "Per me la tintarella è un salvavita". Runner fermato 7 volte di seguito

Quei furbetti della gita "immuni" a ogni divieto

Un video-burla ieri è diventato virale alla faccia del coronavirus. Una clip di pochi secondi: un drone ronza in cielo per controllare i furbetti della gita pasquale; il drone avvista un'auto in tangenziale; il drone si posizione sulla vettura; il drone lancia un razzo che disintegra la macchina fuorilegge. La scenetta è estrema, ma rende bene il montante clima sociale di insofferenza verso un lockdown diventato sfibrante.

Da come si sono comportati ieri gli italiani (fortunatamente una minoranza) si capisce infatti che, per far rispettare le regole, l'unica tattica possibile sia ormai sparare sugli «evasi». Destinati ad aumentare. E per i quali consigli, leggi, sanzioni si riveleranno - alla lunga - armi inefficaci.

Hai voglia a spiegare che i rispettare i divieti è nell'«interesse di tutti». Quelli ti risponderanno sempre: «Ma tutti chi? Io ho la seconda casa, me la sono fatta con tanti sacrifici. E a Pasqua ci vado costi quel che costi. Mica sarò proprio io o la mia famiglia a beccarsi il contagio...». E così ieri (ma la storia si ripeterà di certo anche oggi e domani), da Nord a Sud, sono state centinaia le persone colte il flagranza di «menefregatura». Facile il «ragionamento», tipicamente italian style: «Io ci provo a fare la scampagnata... se poi mi scoprono, una scusa si trova sempre...o, nel peggiore dei casi, pagherò la multa». Poi - al limite - «chiederò pure scusa», come ha fatto il runner sulla spiaggia inseguito dal carabiniere (pareva una scenetta fake, invece era comicamente vera).

Matura per Zelig anche la coppia di sposi che si è inventata di avere un «parente gravemente malato da assistere» pur di trascorrere l'anniversario di nozze nella loro nido d'amore sul Lago di Como. E che dire dell'ingegnere di Riccione fermato e multato 7 (sette!) volte in pochi giorni? Ma lui niente, imperterrito: «Spiacente, non resisto senza correre...». Stessa inoppugnabile motivazione per la signora di Monza sorpresa dai vigili in riva al mare a Santa Margherita Ligure: «Avete ragione, ma per me il sole equivale a un farmaco salvavita...». Insomma, tintarella batte rischio-infezione 25 gradi (la temperatura di ieri in Liguria) a 19 (il numero maledetto del covid).

Poi ci sono quelli, che uno pensa: a questi la multa gliel'hanno fatta non tanto perché sono fuggiti di casa, ma perché sembrano scappati da un manicomio. Come nel caso della comitiva che in Piemonte ha postato sui social il proprio fumante barbecue con annessa sbevazzata di birra. Risultato: le forze dell'ordine, avvertite da invidiosi delatori, si sono fiondati sul luogo del bagordo stangando gli esibizionisti della salamella.

Niente carne ma solo verdure invece per i 20 palermitani multati mentre, in comitiva, facevano acquisti in un capannone adibito abusivamente a mercato ortofrutticolo.

Ma ieri ai contravventori del profano si sono aggiunti perfino i trasgressori del sacro. È accaduto a San Marco in Lamis (Foggia) dove i carabinieri sono dovuti intervenire per «disperdere un assembramento durante le preghiere del venerdì santo». Recita il verbale dei militari: «Almeno un centinaio di persone assisteva davanti al sagrato della chiesa di Maria Santissima Addolorata alla preghiera alla Vergine, recitata da don Matteo, senza rispettare le misure anti-contagio che vietano di uscire di casa in assenza di necessità e, come ben noto a tutti, proibiscono gli assembramenti».

Il sindaco ha subito chiesto scusa al prefetto, mentre don Matteo pare invece si sia rivolto al «collega» Terence Hill per farsi perdonare dal vescovo.

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