Si fa presto a dire sorpresina. Chi oggi possiede alcune serie complete di pupazzetti che riempivano gli ovetti di cioccolato escogitati da William Salice ha in mano un assegno quasi in bianco. E vale la pena andare a guardare in cantina se in una scatola chiusa con lo scotch da pacchi avete ancora quel raro Puffo olimpico che si trovava negli ovetti dell'inverno 1983, prima delle Olimpiadi di Los Angeles. Alcuni pezzi di questa serie anni fa venivano scambiati per qualche centinaia di euro, e la serie completa di otto pezzi smerciata a 2.600 euro, che nel frattempo, probabilmente saranno diventati molti di più.
La sorpresa-mania è una faccenda serissima, pochissimo infantile per chi ancora pensa a innocui giochini di plastica. Una roba che coinvolge decine di migliaia di collezionisti che se ne infischiano del fanciullino che erano. Basta farsi un giro sul web per imbattersi in decine di siti nei quali appassionati catalogano, fotografano e scambiano intere collezioni di pupazzetti trovati negli ultimi decenni nell'indimenticabile scatolina cilindrica gialla come l'invidia. Alle sorprese sono dedicati vari cataloghi ricchi di immagini e quotazioni, come fossero francobolli o monete rare (l'ultimo da noi trovato è edito dalla Unificato ed è del 2009, ma non escludiamo più recenti edizioni).
E come sempre accade quando un prodotto «tira» esistono anche i falsari, capaci di riprodurre un Balenotto o un Fantasmino del 2001, che non sfuggono all'occhio esperto di un vero sorpresinologo (la rara Puffetta saltatrice di corda, per dire, se vera ha una corda rosso intenso, se taroccata ha un colore più sbiadito) ma possono ingannare l'incauto nostalgico che vuole completare con decenni di ritardo la collezione mancante di un solo pezzo, convinto che questo possa risolvere d'incanto sanguinosi sfaceli psicologici da traumi infantili.
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