Coronavirus

"Quei parametri sono complicati": così Bassetti smonta il governo

L'infettivologo interviene nella disputa tra Regioni e Governo sugli indicatori che decidono i colori delle zone: "Rivedere i parametri potrebbe essere d'aiuto anche ai tecnici. Potremmo essere più veloci"

"Quei parametri sono complicati": così Bassetti smonta il governo

"4-5 parametri sono più indicativi rispetto a 21". Così, l'infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova e membro dell'Unità di crisi Covid-19 della Liguria, commenta ad AdnKronos la richiesta delle Regioni di far scendere a 5 gli indicatori in base ai quali vengono decise la zona gialla, arancione o rossa.

Dopo la bocciatura dei 21 parametri da parte della Conferenza delle Regioni, che li ha ritenuti "inadeguati", proponendo di farli scendere a 5, è stato prevista per oggi il confronto con il governo. Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha convocato per le 16.00 una riunione in videoconferenza a cui parteciperanno anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. Al centro dell'incontro ci sarà proprio la discussione sui parametri previsti per stabilire le zone.

E sull'adeguatezza dei 21 indicatori si è espresso anche l'infettivologo Matteo Bassetti, che si schiera dalla parte delle Regioni. L'esperto, infatti, ha fatto notare che "alcuni dei 21 parametri sono molto complicati e penso che alcuni sono più importanti di altri". Sono molti di meno, a sua detta, i parametri davvero indicativi della situazione: "il sistema non è fatto male, ma quando si guardano l'Rt, il riempimento degli ospedali, l'affollamento dei pronto soccorso e delle terapie intensive e infine il numero dei tamponi positivi sul totale di quelli fatti, ecco che 4-5 parametri sono più indicativi rispetto ai 21". La riduzione degli indicatori non andrebbe solo a vantaggio delle Regioni: infatti, secondo Bassetti, "rivedere i parametri potrebbe essere d'aiuto anche ai tecnici che devono immettere ogni giorno i dati". In questo modo, "potremmo essere più veloci riducendo il numero e anche l'algoritmo potrebbe lavorare meglio. Il sistema dei colori va bene, ma occorre anche che le Regioni possano passare da una zona di rischio alta a una più bassa in maniera più veloce se gli indicatori sono rientrati nella normalità".

I paramentri saranno al centro dell'incontro previsto per oggi pomeriggio, in cui le Regioni incontreranno il Governo, per discutere delle strategie utili per affrontare l'emergenza sanitaria causata dalla seconda ondata. Secondo i presidenti regionali, 21 parametri non sono adeguati per decidere il colore della zona e, per questo, hanno chiesto che vengano ridotti. "Gli indicatori di cui abbiamo chiesto il mantenimento sono quelli sostanziali, che megliono descrivono la situazione epidemiologica", aveva precisato a SkyTg24, il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, sostenendo anche la difficoltà insita negli indicatori. "Sono di difficile comprensione- aveva spiegato- ma soprattutto di difficile applicazione. Non si riesce a capire come da questi parametri si arrivi a certe conclusioni.

L'altro aspetto fondamentale è che i cinque parametri si possono riferire a dati molto recenti, ad esempio lo stato di occupazione delle terapie intensive, altri dati si riferiscono a una o due settimane prima".

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