Quei professionisti della protesta di piazza. Dal 41 bis alla Striscia di Gaza vale tutto

Il kit da combattimento: felpa nera, casco, bandana e bastone. Ma sono sempre i soliti

Quei professionisti della protesta di piazza. Dal 41 bis alla Striscia di Gaza vale tutto
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Hanno una bandiera per ogni stagione. Un coro (poco fantasioso) che cambia in base alle necessità, ai periodi storici. Il repertorio è infinito, ma la musica è sempre la stessa. Sono i professionisti della piazza, i fancazzisti del sabato e della domenica. Sono gli attivisti pro-Palestina che, in questi giorni, stanno invadendo le piazze di tutto il Paese. Gli stessi che oggi urlano «Israele merda, Palestina libera» solo qualche mese fa sventolavano la bandiera anarchica contro il 41bis in favore del terrorista Alfredo Cospito. Non solo, più volte sono scesi in piazza contro Giorgia Meloni e il suo governo (ogni scusa è buona per farlo). Manifestano contro il caro affitti e montano le tende fuori dalle università (nonostante le case in centro storico), protestano al fianco dei percettori del reddito di cittadinanza pur non essendo beneficiari.

Sono sempre gli stessi, i militanti rossi, i «compagni» del disordine. Amanti del dissenso e delle proteste. Da Milano a Roma i protagonisti delle manifestazioni non cambiano. Mai. Basta scendere in piazza per rendersene conto e riconoscerli. Cambiano gli slogan, gli striscioni ma non i volti. L'obiettivo è uno: fare casino. Casco sottobraccio, felpe nere, bandana attaccata al collo e bastoni come portabandiera sono immancabili. È questo il kit da «lavoro». Tra i più organizzati ci sono i membri di «Cambiare rotta», si definiscono come «un'organizzazione giovanile comunista» nata «contro la crisi di civiltà del capitalismo, per il riscatto di una generazione tradita». Una generazione che non perde mai occasione per scendere in strada e urlare il proprio dissenso. Venerdì, a Roma, per esempio erano loro ad inveire contro la polizia «noi odiamo le guardie, uccidiamoli». Sempre loro, prima di raggiungere piazza Vittorio e solidarizzare con il popolo palestinese, ne hanno approfittato per protestare anche contro il convegno internazionale organizzato dalla Lega con i giovani di Identità e Democrazia. Così, dopo una breve contestazione, il coro «siamo tutti antifascisti» ha lasciato spazio a quello «Palestina free». Collegati a Cambiare rotta ci sono anche i movimenti studenteschi (sempre di sinistra) Osa, Opposizione Studentesca d'Alternativa che sul loro blog assicurano: «Come studenti e studentesse non gireranno le spalle lasciandosi convincere da questa società che bisogna stare in silenzio». Così parlano. Anche di cose che non conoscono. Basta fargli qualche domanda per capirlo. L'ordine è di scendere in piazza, ed arriva direttamente sui canali Telegram. Gli stessi canali usati da InfoAuto, una pagina dove vengono rilanciate tutte le manifestazioni alle quali partecipare. Una rete virtuale fatta da collettivi e centri sociali. Azione Antifascista Roma Est è tra i più seguiti. Dai social alle piazze. Immancabile è Pasquale Valitutti, anarchico per professione ma con una pensione da invalido in tasca. A bordo della sua carrozzina elettrica «Lello» (così lo chiamano i compagni) è il capopopolo.

Da anni non se ne perde una di manifestazione. Era lui a minacciare di morte qualche mese fa i membri del governo rei, a suo dire, di trattenere Alfredo Cospito in carcere. Oggi, invece, minaccia il popolo israeliano. Domani toccherà a qualcun altro.

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