Cronache

Quei rintocchi simbolo della civiltà Erano usati per scandire la nostra vita

Servivano per segnare il tempo e gli avvenimenti di ogni giorno

Rovereto, la Campana dei Caduti (foto Luca Monelli)
Rovereto, la Campana dei Caduti (foto Luca Monelli)

«E noi suoneremo le nostre campane!», fu la risposta del gonfaloniere Pier Capponi al truce assediante Carlo VIII che nel 1494 minacciava di dar fiato alle trombe per l'assalto a Firenze.

Da quando san Paolino di Nola le inventò (tra il IV e il V secolo) le campane hanno fatto parte della nostra vita e perfino del paesaggio. Si pensi allo struggente dipinto L'Angelus di Millet. O, più vicino a noi, alla sigla del Musichiere: «Domenica è sempre domenica / si sveglia la città con le campane».

Le campane hanno scandito il tempo nel territorio quando non c'erano gli orologi, la civiltà era agricola e, in campagna, non si potevano certo portare clessidre e meridiane. Lo scampanio, oltre a dividere la giornata (e, perciò, a razionalizzare il tempo, cosa importantissima per la civiltà), avvisava anche degli avvenimenti importanti: le campane potevano suonare «a morto», per indicare che era scomparso qualcuno; «a stormo» per un avvenimento di grande gioia collettiva; «a martello» per avvisare dell'approssimarsi di un pericolo.

Tutto il periodo della resistenza, popolare e armata, contro l'invasore giacobino e napoleonico fu contrassegnata dalla chiamata alle armi degli insorgenti tramite, appunto, le campane suonate a martello. Uno dei disonori più gravi che un signorotto scomunicato (ma anche lo stesso imperatore) doveva subire nel Medioevo era proprio il silenzio delle campane al suo ingresso in una contrada: finestre e porte sbarrate, nessuno per la via, portone della chiesa chiuso e, appunto, campane silenti anziché gioiose per il suo ingresso.

Se l'aria dei paesi islamici è percorsa dai richiami dei muezzin, quella dei paesi cristiani è sempre stata attraversata dal suono della campane. Ora, si dà però il caso che in tempi più recenti certe chiese-garage non possano avere campanili perché realizzate in un fondo urbano. Qualche prete ha pensato bene di munirsi di altoparlanti elettrici e di irradiare uno scampanio registrato. La cosa, ovviamente, ha creato problemi con gli inquilini dello stabile, che sono i più vicini alla fonte del suddetto scampanio. E la cosa non di rado è finita nelle aule giudiziarie.

Nel luogo in cui trascorro le vacanze le campane segnano anche le ore e pure i quarti. Così, si hanno dodici rintocchi a mezzogiorno (e mezzanotte), nonché dodici rintocchi più uno (di campana diversa) un quarto d'ora dopo. Ovviamente i limitrofi hanno presentato esposto al sindaco.

Il bello è che molti campanili hanno anche il cosiddetto «carillon», che fa suonare alle campane intere canzoni devote. Come risolverla? Magari col buonsenso

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