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Quei senatori di sinistra a convegno con Hamas

Sembra uno scherzo di cattivo gusto quel volantino a colori tenui stampato ad Asiago che annuncia per oggi un'iniziativa dal titolo "Gerusalemme è nostra".

Quei senatori di sinistra a convegno con Hamas

embra uno scherzo di cattivo gusto quel volantino a colori tenui stampato ad Asiago che annuncia per oggi un'iniziativa dal titolo «Gerusalemme è nostra» e poi mette in fila per primo, insieme alle foto di svariati attivisti palestinesi alcuni dei quali legati all'associazione terrorista Hamas, Tino Magni (nel tondo), senatore della repubblica. È stato eletto nelle liste di Bonelli e Fratoianni, e se non bastassero Verdi e Sinistra Italiana, è prevista anche la presenza di Alessandro Di Battista, insieme a quella di «numerosi ospiti da Gerusalemme». Tutti convinti, con Muhammad Hannoun, amico organico di Hamas, che organizza la conferenza e che ha ottimi legami con l'Italia ospitato come fu alla Camera da Fratoianni e da Laura Boldrini, che Israele sia un odioso stato colonialista, razzista, forse anche di apartheid, determinato ad opprimere i poveri palestinesi abitanti originari di uno Stato che gli è stato rubato. Ha detto bene Marco Carrai, console onorario di Israele a Firenze, qui non si tratta dell'insindacabilità del giudizio di un membro del parlamento nell'esercizio delle sue funzioni, ma del riconoscimento istituzionale di una conferenza che invita Hamas, un'organizzazione terrorista anche secondo la Corte di Giustzia Europea. Almeno i parlamentari non dovrebbero ostinarsi a non studiare la storia: essa gli racconterebbe come Israele sia frutto non di un'invasione militare, ma della decolonizzazione dell'area che era Impero Ottomano, che fu negli anni '20 suddivisa con confini concordati fra vari popoli aborigeni, fra cui gli Ebrei; là, non c'è mai stato nessuno stato palestinese, nè una capitale palestinese a Gerusalemme; dovrebbe anche sapere, Magni, che gli ebrei resistendo alle persecuzioni non se ne sono mai andati da Israele resistendo in varie enclave anche dopo che il nome Palestina fu inventato dai Romani quando distrussero la Gerusalemme ebraica; e che dalla fondazione nel 1948 cento volte, ricevendo sanguinose, continue invasioni belliche e attacchi terroristici, Israele ha cercato un accordo di pace, rifiutato sempre, perché i palestinesi ne vogliono la sparizione. Dunque, è tempo per un senatore di studiare la storia, ma soprattutto di capire una questione chiave per il mondo intero: esistono forze che chiameremo «medievaliste», autocratiche, confessionali, terroriste, un'arco molto vasto di stati e organizzazioni che hanno come sponsor principale l'Iran. Esse perseguitano le donne, gli omosessuali, i dissidenti, formano uno schieramento dietro al quale spunta con forza la Russia antioccidentale. E poi, ci sono le forze della modernità, che preservano comunque lo stato di diritto, difendono le minoranze, le donne, i dissidenti, anche quando costrette a guerre di difesa, e oggi sono unite più che mai dalla necessità di difendere la democrazia.

Giovedì all'Onu in assemblea molte nazioni, fra cui, evviva!, l'Italia, hanno difeso Israele dall'antisemitismo del COI, una Commissione d'Inchiesta dell'Onu stessa, che più che fare inchieste inanella condanne antisemite. Quando capirà la sinistra che abbracciare l'odio contro lo Stato Ebraico sa di Medioevo?

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