Quei sospetti su Salvini per lo stop a Giorgetti alla Ue

In via Bellerio si dice che il leader freni la corsa del suo numero 2: preferirebbe Centinaio o il fedelissimo Fontana

Quei sospetti su Salvini per lo stop a Giorgetti alla Ue

Si è detto di tutto. Che Giancarlo Giorgetti non sarebbe interessato alla poltrona di Commissario Ue perché non disponibile a un palcoscenico europeo che lo costringerebbe a un ruolo sì politico, ma anche molto di rappresentanza. Circostanza, questa, che non lo appassionerebbe molto. Almeno così racconta chi lo conosce, facendo notare la presenza assidua del sottosegretario alla presidenza soprattutto in quelle occasioni pubbliche che hanno a che fare con la sua delega allo Sport. Oppure si è ipotizzato che Giorgetti si sarebbe ormai deciso a restare al suo posto a Palazzo Chigi, dove passano tutti i dossier chiave del governo. Un ruolo effettivamente centrale per la politica italiana.

In via Bellerio, però, chi ha parlato con il potente sottosegretario ipotizza anche un terzo scenario. Sul quale, racconta la fonte di cui sopra, lo stesso Giorgetti a domanda diretta si sarebbe limitato a un sibillino «chissà». L'idea certamente dietrologica è che Matteo Salvini si sia messo sulle orme di un suo omonimo illustre. E che, come fece Matteo Renzi nel 2014, stia pensando di non concedere una poltrona così pesante come quella di Commissario Ue ad un uomo forte del partito. Fu esattamente questa, infatti, la ragione per cui cinque anni fa l'allora premier decise di boicottare la nomina di Massimo D'Alema e di Enrico Letta, entrambi candidati autorevoli alla poltrona di ministro degli Esteri dell'Ue. Alla fine, contro tutto e tutti, Renzi puntò su Federica Mogherini, convinto che la giovane deputata dem sarebbe stata la sua longa manus in Europa. Così non fu, tanto che negli anni a seguire l'ex premier non ha mai fatto mistero di essersi pentito della scelta.

Salvini sarebbe tentato dal seguire lo stesso canovaccio. Preoccupato dalla possibilità che un incarico europeo tanto pesante possa essere il definitivo trampolino di lancio per Giorgetti. Senza considerare che con un nome così autorevole nella Commissione Ue il leader della Lega avrebbe certamente meno agio a cannoneggiare l'Europa un giorno sì e l'altro pure come ha fatto fino ad oggi e come ha probabilmente intenzione di fare anche domani. Seppure con il suo fare garbato e spesso con una buona dose d'ironia, infatti, Giorgetti non è uno che si tira indietro. Ne ha dato pubblicamente prova qualche settimana fa, quando ha stroncato senza appello l'ipotesi dei minibot proposti dal suo collega di partito Claudio Borghi e ai quali lo stesso Salvini guardava con interesse. Insomma, se sulla poltrona di Commissario Ue sedesse il più affidabile Gian Marco Centinaio (attuale ministro delle Politiche agricole) o il fedelissimo Lorenzo Fontana (titolare del dicastero della Famiglia) tutto sarebbe più facile. E non ci sarebbe il rischio di pericolosi cortocircuiti.

Certo, molto dipenderà anche dalla poltrona che spetterà all'Italia. Se davvero sarà quella della Concorrenza questo sostiene Giuseppe Conte, anche se la partita pare ancora tutta da giocare difficilmente Salvini riuscirà a piazzare nomi troppo leggeri. Il rischio concreto, infatti, è che il Parlamento Ue che ha l'ultima parola sulle nomine decida poi di bocciarli, come accadde nel 2004 a Rocco Buttiglione. E lo sa bene anche Salvini, consapevole di non avere alcuna sponda in Ue. Ci saranno margini più ampi, invece, nel caso l'incarico italiano sia al Commercio, all'Industria o all'Agricoltura.

Anzi, in quest'ultimo caso Centinaio potrebbe far valere la forza del sua attuale incarico ministeriale. Un rebus. Che troverà soluzione tra agosto e settembre. Solo allora, infatti, probabilmente nella seconda quindicina del mese, l'Europarlamento inizierà l'esame dei candidati alla nuova Commissione Ue.

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