Quei telegiornali della Rai senza rispetto per chi li paga

Siamo ai primi di luglio e il personale della Rai è già quasi tutto in ferie, almeno con la testa. Lo si capisce dai prodotti che manda in onda senza vergogna. Se la vacanza è un diritto dei lavoratori, ammesso che i dipendenti dell'ex monopolio possano definirsi tali, esso non deve ledere quello degli abbonati - che pagano un canone annuo di oltre 100 euro - di ricevere programmi che ne giustifichino il prezzo.

Non sono uno che vive con lo sguardo fisso sul video, ma ogni tanto gli do un'occhiata (...)

(...) non furtiva, dato che sono in regola con i versamenti della tassa cosiddetta di possesso (del televisore). Ieri, per esempio, alle 13 mi sono sintonizzato sul Tg2. Volevo informarmi sugli avvenimenti di giornata. Scorrono alcuni servizi talmente maldestri da farmi pensare di essermi sbagliato a pigiare il tasto del telecomando. Un notiziario del genere avrebbe sfigurato perfino se emesso da un'antenna artigianale di un Comune periferico. Roba da non credere.

La conduttrice, gradevole e abbastanza spigliata, annuncia un fatto corredato da un filmato. Attendo fiducioso. Trascorrono alcuni secondi e ricompare la conduttrice imbarazzata. Spiacente - dice - ma a causa di un disguido, dobbiamo rinviare il pezzo. Vabbè, può succedere. Il telegiornale prosegue per un paio di minuti, e la signorina mezzobusto annuncia un altro fatto corredato, come il precedente, da un filmato. Aspetta e spera. Di nuovo, la giornalista, incolpevolmente confusa, è obbligata a comunicare che anche stavolta non c'è niente da fare: il filmato non ne vuole sapere di librarsi nell'etere.

A questo punto mi rendo conto che può accadere di tutto, e tutto in effetti accade. La giovane donna, probabilmente alle prime armi nel ruolo di riserva alla guida del notiziario, va totalmente nel pallone e riesce a pronunciare una serie impressionante di stupidaggini indegne financo di un'emittente rionale. Cito solo due perle. Prima perla: due giovani ragazze. Se sono ragazze è ovvio che siano giovani. Così come è ovvio che un neonato sia un bambino piccino piccino. Seconda perla: un giovane a bordo di un motorino. Segnalo che i motorini (meglio dire scooter) non hanno un bordo, contrariamente alle automobili e alle barche. Errori veniali? Tutti gli errori sono veniali se valutati uno per uno, ma commetterne due di fila dopo le topiche dei filmati presentati e mai proposti è troppo: non passano inosservati.

Per carità cristiana non scrivo il nome della signorina spedita allo sbaraglio sul teleschermo, che merita solidarietà e protezione. Conviene semmai chiedersi perché, con l'arrivo dell'estate, il Tg2, che in verità non brilla neppure d'inverno quando gli organici sono pieni, si riduca in questo stato, senza rispettare gli utenti ossia i datori di lavoro, coloro che sborsano - guai se non lo facessero - un pacco di euro per finanziare il telegiornale. Possibile che la redazione e la squadra dei tecnici, allorché si alzi la temperatura, fuggano al mare o ai monti abbandonando quattro sfigati al loro destino di rincalzi?

Non è finita. Deluso dal Tg2, aziono il telecomando e mi posiziono sul Tg1, il più autorevole della Rai, confidando nella professionalità dei colleghi teoricamente più prestigiosi in ambito televisivo. Ma c'è un ma. La conduttrice di consumata esperienza si affretta a precisare che il notiziario sarà breve, dovendo ella cedere la linea al Gran premio di Formula Uno. La signora è di parola. Esaurisce in otto o dieci minuti al massimo la lettura di quanto successo in Italia e all'estero.

Non faccio in tempo a stupirmi, e scatta la pubblicità, che dura di più del tiggì; poi la scena è dominata dai bolidi.

Per sapere come va il mondo non rimane che ripiegare gratis sulle tivù commerciali, La7 e Mediaset. Se questa è la Rai, non conviene riformarla, ma incendiarla con i suoi 13mila dipendenti, che dipendono da tutto tranne che dalle nostre esigenze.

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