Quelle toghe lusingate dalle avances dei 5 stelle

Imbarcare magistrati vip è un valore aggiunto per il M5s. Chi ci sta, da Davigo a Di Matteo

Quelle toghe lusingate dalle avances dei 5 stelle

Roma - Il M5s corteggia e certi magistrati rispondono. Giustizialismo, antipolitica, populismo possono attrarre verso il movimento di Beppe Grillo star del mondo giudiziario, magari deluse da partiti di destra e di sinistra che cavalcano la lotta contro i privilegi delle toghe. Mentre loro, i Cinque Stelle, hanno tra i loro cavalli di battaglia posizioni vicine a quelle dell'Anm. Su corruzione e prescrizione, ad esempio e pochi giorni fa hanno votato contro il ddl sui magistrati in politica, che rende più difficili le candidature, duramente attaccato dal «sindacato» delle toghe. In più si avvicinano le elezioni, amministrative e politiche ed è chiaro che tra le fila grilline mancano nomi di prestigio. Qualche toga illustre potrebbe far guadagnare voti e credibilità. Fatto sta che tornano a circolare le voci sentite già in autunno su manovre del M5s per conquistare le simpatie del presidente uscente dell'Anm, Piercamillo Davigo, addirittura per farne il candidato-premier al posto di Luigi Di Maio, che perde colpi da mesi. E alla commemorazione di Gianroberto Casaleggio, l'8 aprile ad Ivrea, parteciperanno il procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, per presentare il libro scritto proprio con Davigo dal titolo provocatorio «Giustizialisti» e il procuratore di Milano Francesco Greco.

Naturalmente, nessuno confessa l'«attrazione fatale» per il M5s. Davigo non conferma né commenta i rumors ed è vero che recentemente ha criticato i colleghi che si candidano. Ardita precisa che al convegno parlerà «solo di giustizia» e che «un giudice non appartiene a partiti». I due sono fondatori dell'ultima nata tra le correnti delle toghe, Autonomia& Indipendenza, che sembra interessata più delle altre a cavalcare il grillismo trasversale emerso da tempo nella base della magistratura. È un gruppo di rottura rispetto alle altre correnti, in questo simile a quello che rappresenta il movimento rispetto ai partiti. Ed è cresciuto velocemente, come l'altro. L'attivismo dell'unico rappresentante di A&I al Csm, Aldo Morgigni, per contenuto e stile, viene spesso paragonato al grillismo. Chi lancia messaggi favorevoli al M5s è poi il pm del processo sulla trattativa Stato-mafia Nino Di Matteo. A gennaio ha pubblicamente elogiato il codice etico voluto da Beppe Grillo. «Un importante e molto positivo segnale di svolta», ha detto liquidando come «sterili e strumentali» i sospetti che la svolta garantista fosse interessata (vedi caso Raggi). Del pm palermitano si è parlato come possibile candidato alla Regione siciliana del M5s, anche se a marzo ha finalmente avuto l'ok del Csm per la Direziona nazionale antimafia. Comunque, i grillini sono stati sempre pieni di elogi verso Di Matteo che, a sua volta, ne ha lodato il programma e le proposte. Come quelle anticorruzione al centro del convegno alla Camera dei Cinque Stelle, del 2015, cui partecipò con il pm antimafia di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. D'altronde il movimento di Grillo ha un po' raccolto l'eredità dell'Idv di Antonio Di Pietro.

E la star di Mani Pulite ha più volte detto che, dopo il «tradimento» dei suoi, è pronto a votare M5s. Sembra una voce isolata quella di Carlo Nordio, che andando in pensione ha commentato: «Non capisco i colleghi magistrati che simpatizzano per il M5s».

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