Quell'Europa di sinistra che non vuole il Papa

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Ci eravamo illusi che non avremmo più visto gesti così platealmente polemici. Ma, d'altronde, se è vero che il comunismo è morto, crollando assieme al Muro, è altrettanto vero che i comunisti ci sono ancora. E fanno di tutto per mettere in luce la loro consueta intolleranza. C'è un pezzo d'Europa, per fortuna minoritario, che ritiene impresentabile un personaggio come il Papa, che nel mondo intero è accolto spesso con gioia, sempre con rispetto. Quello che è accaduto a Strasburgo, durante la visita di Papa Francesco al Parlamento europeo, non fa che accrescere il nostro (...)

(...) disgusto verso personaggi come il neogiacobino Jean-Luc Melenchon. Il tribuno del Fronte di sinistra, partito neocomunista francese, ha abbandonato l'aula all'arrivo del Pontefice rivendicando di «venire da un Paese in cui si è messo fine a tre secoli di guerra civile grazie alla laicità». Fin qui nulla di straordinario ma Melenchon è andato oltre per motivare il suo boicottaggio che, dietro il paravento del laicismo, nasconde l'antica intolleranza dei comunisti per l'altrui libertà di espressione. «Ammetto che si pensi diversamente da me - ha affermato - ma non è una ragione per cui mi possano imporre le ragioni degli altri». Sarebbe proprio da scoprire che cosa ha imposto il Papa con le sue parole. «Non ammetto la presenza di religiosi nell'emiciclo né nel dibattito pubblico quando si parla di leggi», ha sentenziato Melenchon. Il trinariciuto compagno ha però la memoria corta perché l'Europarlamento ha già ospitato in passato altri leader religiosi, come il Dalai Lama e il patriarca ortodosso Bartolomeo, entrambi invitati per ben due volte a Strasburgo. Il leader buddhista nel 2001 e nel 2008. Il capo degli ortodossi nel 1994 e nel 2008.

Ma non erano esponenti cattolici, sempre oggetto di critiche e contestazioni nel nome del «politicamente corretto». Chissà che farebbe Melenchon se a Strasburgo fosse invitato a parlare un leader islamico. Per non smentirsi, sarebbe capace di spellarsi le mani in applausi pur di far dispetto alla Chiesa.

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