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Quell'intesa Italia-Francia che piace agli Usa

Washington si fida poco dei tedeschi. La collaborazione su Libia e immigrazione

Quell'intesa Italia-Francia che piace agli Usa

L' uscita di Londra dall'Ue ha provocato un rimescolamento di carte geopolitico che può restituire all'Italia un ruolo (abbastanza) di primo piano sulla scena europea e internazionale. Alcuni nodi stanno venendo al pettine. Al G7 in Cornovaglia il nostro Paese, rappresentato da una figura rispettata come Mario Draghi, gioca partite importanti. Il dominus americano segue con attenzione le variazioni di equilibri nell'Ue: se fino a poco tempo fa il rapporto preferenziale tra la «locomotiva» tedesca e l'«eterna seconda» Francia veniva condizionato dal peso del Regno Unito, ora è l'Italia a trovarsi nelle condizioni di poter giocare un ruolo significativo. Proprio d'intesa con Parigi, con cui pure tanti sono i dossier che ci vedono in contrasto.

Le semplificazioni sono sempre pericolose, ma tentiamo una sintesi. Sotto la guida di Angela Merkel, la Germania gioca da molti anni da «guida politica riluttante» dell'Ue: mantiene l'egemonia economica, consapevole di essere sempre sotto la diffidente lente d'ingrandimento di Washington, ma si concede comunque degli «strappi» che alla Casa Bianca non piacciono. Due esempi: i rapporti economici preferenziali con la Cina, assurta al ruolo di nemico numero uno degli Stati Uniti; e l'ormai famigerato gasdotto sottomarino del Baltico Nordstream 2, che unisce direttamente i giacimenti della Russia al porto tedesco di Greifswald e facilita l'interdipendenza tra le due economie.

Joe Biden è molto concentrato sulla ricucitura dei rapporti con gli alleati europei dopo le fratture provocate da Donald Trump ma si fida poco di Berlino, perché teme che una sua futura diversa leadership possa decidere di completare l'egemonia economica in Europa con quella politica, indebolendo la presa americana sul Vecchio Continente. Il presidente democratico spera che un'eventuale futura cancelleria verde - dopo le elezioni di settembre - allenti i rapporti tedeschi con Mosca e Pechino, ma intanto vede di buon occhio la crescita del peso della Francia nell'Ue, e ora che il Regno Unito si è tirato fuori favorisce un'intesa tra Parigi e Roma per equilibrare il peso di Berlino.

Un nostro riavvicinamento con Parigi non è però solo nell'interesse americano: i due potenziali partner, possono grazie a esso anche mirare a una maggiore autonomia strategica proprio dagli Usa (l'isolazionismo di Trump ha choccato l'Europa e vi ha acceso la consapevolezza di dover ridurre la dipendenza dagli Usa in ambito difensivo). L'innalzamento dei rapporti di collaborazione tra Francia e Italia potrebbe prendere forma nei prossimi mesi con il cosiddetto Trattato del Quirinale, frutto di un'iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron che risale già al 2018.

È chiaro che se Macron apre all'Italia lo fa per compensare la potenza tedesca. Ed è altrettanto chiaro che Draghi, che ha lavorato per ottenere da Berlino i fondi europei che ci sono indispensabili, deve muoversi con cautela.

Ma se Supermario saprà evitare il rischio di diventare il partner debole dell'ambizioso Macron, potrà ottenere vantaggi concreti in molti campi: per esempio più reciprocità in tema di politica industriale, oltre che il superamento della rivalità nel Mediterraneo soprattutto in Libia per una collaborazione strategica anche in tema di immigrazione.

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