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D omani a Sant'Ippolito, un comune con 1500 abitanti nelle Marche, si voterà per il nuovo sindaco. La sfida è tra quello uscente, Stefano Tomasetti, per la lista civica «Insieme per cambiare», e Marco Marchetti, ex deputato del Pd, con «Sant'Ippolito riparte». La lista di Tomasetti ha una particolarità: due dei suoi candidati sono disabili in carrozzina. Michele Storoni è nato con la spina bifida, una malformazione congenita, e fino a 23 anni con l'aiuto di vari interventi chirurgici è riuscito a camminare, poi è arrivata la sedia a rotelle ma nel frattempo ha fondato l'associazione giovani di Sant'Ippolito, gioca a basket a Rimini e pratica sport con il quad, oltre ad occuparsi di politica. Riccardo Olgiati è un architetto originario della Val D'Ossola. A 42 anni ha perso l'uso delle gambe per un incidente stradale ma anche lui nel frattempo ha cambiato regione trasferendosi nelle Marche dalla Val d'Ossola, gira l'Italia in lungo e in largo con la sua Jeep facendo il consulente immobiliare, scoprendo nuovi borghi e artigiani locali. Le storie di Michele e Riccardo sono da raccontare perché la disabilità è una condizione che troppo spesso rende difficile non soltanto la vita quotidiana ma anche assumere ruoli sociali nella comunità. Riccardo non ha nessun imbarazzo nell'essere definito disabile. «Quando lo sei il problema della definizione è degli altri. Io mi sento abile perché dopo l'incidente sono stato pragmatico, ho analizzato i pro e i contro di questa nuova condizione e ho cercato le mie strategie: ho provato a guidare di nuovo e ci sono riuscito, ho provato a cucinare e mi sono sfamato, ho ricominciato a lavorare ed è stato possibile e dulcis in fundo è arrivata una donna da amare e da cui farmi amare». A parte il limite del camminare, spiega Olgiati, il resto funzionava e perciò la vita era ancora da vivere. In un piccolo comune le persone sono ancora il valore da considerare. «Se sono a Roma o a Milano mi osservano basiti, mi guardano come dire poverino sta messo male quello là e non si avvicinano se hai necessità di un aiuto, come se avessero paura. Forse temono possa capitare anche a loro e scappano per continuare nella loro corsa quotidiana», immagina Olgiati. A Sant'Ippolito gli sembra di vivere in una famiglia allargata in cui il rapporto tra parenti è immediato: «Ti chiedono perché stai così, ascoltano, ti guardano dritto negli occhi e passano ad altri argomenti e allora ti senti handicappato ma normale». Inclusione che non è vantaggiosa solo per chi ha la disabilità ma anche per il territorio se sa accogliere limiti e potenzialità di tutti. «Mi sono messo a disposizione perché il programma di Tomasetti è fatto insieme e di progetti concreti cui ho potuto dare un mio contributo e se sarò eletto s'inizia», spera Olgiati.

Con il suo umorismo e le mille idee che da sempre lo animano e lo tengono super impegnato ha progettato per i paesini limitrofi un centro museale multimediale delle arti contadine, un borgo degli artisti e uno del gusto che si chiamerà «Distinti salumi».

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