Strage di Berlino

La rabbia dei tedeschi sui social e la destra islamofoba cavalca l'ira

Su Twitter e Facebook la campagna per liberarsi della Merkel Accostata a Cameron, Obama, Renzi e Hollande: tutti caduti

La rabbia dei tedeschi sui social e la destra islamofoba cavalca l'ira

Berlino - La linea di Angela Merkel è chiara: sintonizzarsi sui sentimenti degli elettori tedeschi, sotto shock e spaventati dopo la strage al mercato di Natale a Berlino. L'abito scuro e il dolore espresso dalla cancelliera davanti ai media parlano da soli. Nel dimostrare empatia con le vittime e i loro famigliari, la leader tedesca ha però mantenuto saldo il timone della nave, ribadendo allo stesso tempo il suo sostegno ai profughi che a centinaia di migliaia hanno bussato negli ultimi mesi alle porte della Germania. Una mossa che può apparire autolesionistica, ma quello che la Merkel vuole evitare è proprio un'ulteriore polarizzazione dell'elettorato sui temi migrazione e terrorismo.

Si tratta in primo luogo di una scelta di carattere etico: dividere il mondo in nemici e amici è la logica binaria dei jihadisti, che la numero uno del partito cristiano democratico respinge. Merkel è anche una leader politica in cerca di una conferma alle urne il prossimo ottobre ed è ben consapevole che la polarizzazione porta consensi ad Alternative für Deutschland, la destra islamofoba che ha rubato molti voti alla Cdu in una lunga serie di elezioni regionali.

AfD ha subito trasformato la strage di Berlino in un'occasione per attaccare Merkel e la sua linea dell'accoglienza ai profughi. Senza neppure attendere la conferenza stampa della cancelliera, la leader del partito Frauke Petry ha fatto circolare una nota di fuoco: «La Germania non è più un Paese sicuro. Sarebbe dovere della cancelliera informarvi. Ma poiché so che non lo farà, me ne occupo io». Molto più duro è stato il suo attuale compagno, l'eurodeputato di AfD Marcus Pretzell: i morti del mercatino di Natale, ha scritto su Twitter, «sono i morti di Merkel». Parole che hanno provocato una levata di scudi di tutta la politica a favore della cancelliera. Pretzell non è nuovo alle provocazioni: lo scorso aprile ha sostenuto il bisogno di difendere i confini tedeschi dall'invasione straniera con le armi, guadagnandosi in cambio l'espulsione dal gruppo dei Conservatori riformisti al Parlamento europeo.

Quello che né Merkel né AfD possono controllare è l'umore dei tedeschi, e i sondaggi pre e post strage non indicano ancora spostamenti apprezzabili nelle intenzioni di voto. Sui social media, invece, è già possibile controllare il polso di molti elettori tedeschi e i risultati di una semplice ricerca online non vanno nella direzione sperata dalla cancelleria. Fra i trending topics, ossia gli «argomenti caldi» su Twitter, sono ricomparsi hashtag spariti da mesi. A cominciare da #merkellmussweg, ossia «Merkel se ne deve andare». Anche dopo i quattro attentati terroristici dello scorso luglio, #merkellmussweg aveva fatto capolino su Twitter. Tuttavia, come conferma al Giornale il social media manager di una grande testata tedesca, «Questa volta i tweet di protesta sono molto di più».

E se in migliaia hanno reagito con durezza al tweet di Pretzell, altrettanti hanno fatto proprie le sue parole sui morti di Berlino. Fra le novità c'è poi #abmerkeln, un termine inventato e traducibile con «smerkelizzarsi». Una breve ricerca conduce rapidamente a numerosi fotoritocchi della cancelliera trasformata in vampiro o alle foto ufficiali della stessa assieme a David Cameron, Barack Obama, Matteo Renzi e François Hollande.

Su ciascuno di questi leader una grande X rossa simboleggia un «ce ne siamo liberati»; solo Angela Merkel non risulta barrata ma l'auspicio dei suoi nemici è che presto anche lei possa fare la fine dei suoi colleghi.

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