Raggi scoglio per Conte E lei spedisce i rom nella struttura covid

Il caso Roma mina l'asse elettorale Pd-M5s e blocca l'investitura a leader di Giuseppi

Raggi scoglio per Conte E lei spedisce i rom  nella struttura covid

Lo scoglio comunali blocca l'alleanza Pd-Cinque stelle e fa slittare l'investitura di Conte leader. Enrico Letta, neosegretario del Pd, ammette le difficoltà e parla di una prospettiva per le prossime elezioni politiche nel 2023. Lungo la strada che porta al patto politico tra Pd e M5S spuntano mine come funghi. La più pericolosa sbuca nella tappa di Roma. Nelle ore in cui Enrico Letta e Giuseppe Conte si incontravano per gettare le basi alla futura alleanza, l'ex segretario del Pd Nicola Zingaretti puntava la pistola contro il sindaco di Roma Virginia Raggi: «È una minaccia». Tensione risalita ieri dopo l'affondo dell'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, contro Raggi: «È assurdo che siano state portate le persone sgombrate da Castel Romano in una struttura che viene utilizzata per l'emergenza Covid. Vi è stato un totale abuso da parte del Comune di Roma». Letta e Conte si muovono a Roma su un terreno minato. Il Pd aveva provato a sparigliare le carte, facendo circolare la candidatura dell'ex ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Dell'ex numero uno del Mef si sono perse le tracce. Letta e Conte lavorano sull'opzione Zingaretti. Ma c'è l'ostacolo Raggi: il sindaco uscente del M5S è già in campo. Con la benedizione di Luigi di Maio e Beppe Grillo. Manca l'ok di Conte, che sarà il futuro leader del Movimento. Lo stallo sulle comunali romane avrebbe imposto uno slittamento all'investitura di Conte alla guida del Movimento. La carta da giocare, per spingere Raggi al passo indietro, è l'offerta di una poltrona nella segreteria di Conte. Il Pd per ora resta fermo sul no all'ipotesi di un Raggi bis: «A Roma è difficile proporre oggi un'alleanza col M5S, perché siamo all'opposizione della sindaca Raggi» commenta Cecilia D'Elia, portavoce della Conferenza nazionale delle donne democratiche e componente della segreteria nazionale del Pd, a Radio Cusano Campus. Ma è tutta l'impalcatura su cui si regge l'alleanza Pd-Cinque stelle che traballa. Da fuori lavorano contro l'alleanza Pd-Cinque i renziani. Maria Elena Boschi, capogruppo di Iv, avverte: «Il Pd non sia subalterno al M5s». Dall'interno gli affondi arrivano da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna: «Mi auguro si costruisca una coalizione la più larga possibile laddove però apriamo anche a tanto civismo, quel civismo che ha dimostrato non solo di essere protesta ma vuole prendersi la parte della proposta e persino, se vinci, del governo». Trattativa più fluida a Napoli. C'è l'avvio di un percorso comune tra Pd e M5S. Il nome è Roberto Fico, presidente della Camera. Ma qui l'intoppo si chiama Vincenzo De Luca: il governatore dem ha posto il veto su un sindaco grillino per Napoli. A Torino le trattative sono in alto mare. I Cinque stelle rompono e annunciano la consultazione online per scegliere il nome del candidato nel dopo Appendino. A Milano il Pd dovrebbe correre al fianco del sindaco uscente Beppe Sala. Sul fronte parlamentare è arrivata la fumata bianca per la scelta del nuovo capogruppo al Senato: Simona Malpezzi incassa l'unanimità per assumere la guida del gruppo al posto di Andrea Marcucci.

Stallo per la scelta del capogruppo alla Camera dei Deputati: in pole c'è Debora Serracchiani. Ma deve mollare la guida della commissione Lavoro, che potrebbe finire a un esponente di Forza Italia. Da ieri però c'è la candidatura, per la guida dei deputati dem, anche di Marianna Madia.

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