Tensioni inevitabili messe sotto il tappeto, parallelamente agli inviti alla sindaca perché mantenga la «barra a dritta». Quanto alla base, il diktat - tanto per cambiare - è di restare fedeli alla linea. Ossia al fianco di Virginia Raggi, perché «chi attacca lei attacca il Movimento», come recita il mantra che, calato dall'alto, pervade le chat interne dove il popolo pentastellato si era a lungo interrogato sull'atteggiamento da tenere - e non mancavano i mal di pancia - nei giorni che portavano al meetup romano. Un incontro divenuto pericoloso, tanto che i vertici hanno fatto di tutto per depotenziarlo, normalizzare i borbottii della base e disinnescare la trasformazione del meetup in un processo alla prima cittadina.
Di giudizi sommari in pubblica piazza virtuale resta quello fatto a cavallo tra dicembre e gennaio d'un anno fa all'ex capogruppo M5S in Campidoglio, Marcello De Vito, accusato di abuso d'ufficio per un accesso agli atti. Una storia che ha portato alla cavalcata di Virginia alle comunarie del Movimento, dove la futura sindaca sconfisse proprio De Vito. E ieri il sito Affaritaliani.it ha pubblicato una parte delle discussioni ospitate nella chat M5S dedicata alle accuse «interne» rivolte a De Vito. L'ex vicesindaco Daniele Frongia negli screenshot riportati da Affaritaliani, pur ricordando che quella conversazione «non era un processo», trovava il tempo per rivelare ai partecipanti alla chat di aver saputo della versione difensiva di De Vito non dal diretto interessato ma dalla parlamentare grillina Roberta Lombardi: «Roberta - scriveva Frongia - mi ha appena comunicato la linea difensiva di Marcello. Poi ne parliamo». E a Monica Lozzi, presidente pentastellata del VII municipio, che gli chiedeva se quella versione fosse «credibile», Frongia rispondeva secco: «A mio avviso no». Aggiungendo di trovare quella «linea» «confliggente con quanto detto e fatto dal suo collaboratore (e con quanto detto da Marcello oggi)». Comunque sia finita questa storia, che per molti rivela una faida interna ai grillini romani, De Vito da candidato sindaco in pectore si è trovato ridimensionato. E la Raggi, invece, sindaca.
Una sindaca oggi difesa da tutti i big del Movimento, da Di Maio, che attacca i giornalisti chiedendo di scusarsi con Virginia e promette querele, fino allo stesso Beppe Grillo, che le dedica - firmandolo - un lunghissimo post sul blog, snocciolando i presunti «43 successi» del sindaco. Un elenco che comprende persino il «trasporto di 15 tonnellate di fieno ad Accumoli» all'indomani del sisma. Insomma, la levata di scudi a favore del sindaco indagato è totale, Grillo è il primo a spendersi per convincere i suoi che la battaglia è quella giusta. Anche a rischio di esporsi ai colpi bassi degli avversari politici, come l'ironia di Matteo Renzi. Che, su Facebook, ricorda come «talk ed editoriali ci spiegano come sia normale intestare polizza vita all'insaputa del destinatario. Ho letto uno dire: Chi di noi non ha mai intestato a un amico una polizza vita?. Non so voi, io no». Intanto, il fronte giudiziario va avanti per la sua strada.
Ancora niente data per l'interrogatorio di Marra nell'indagine sulla nomina di suo fratello e che vede la Raggi indagata. Nei prossimi giorni, invece, i pm dovrebbero ascoltare Salvatore Romeo, l'uomo che aveva indicato la Raggi come beneficiaria delle sue polizze vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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