La Rai primo obiettivo: la nuova maggioranza vuole tutte le poltrone

Nessuna spartizione con l'opposizione Spadafora in pole position per la direzione

La Rai primo obiettivo: la nuova maggioranza vuole tutte le poltrone

C'è anche - qualcuno dice soprattutto - una ragione molto solida e concreta, dietro l'ultima giravolta che ha portato alla nascita del governo Salvini-Di Maio (per interposto Conte): le nomine.

Altro che elezioni, c'è una marea di posti pesanti da assegnare, di qui ai prossimi mesi: da Enel, Eni, Fincantieri a Poste, Leonardo, Enav, Mps passando per Terna, Mps, Snam, Italgas. E poi Cassa Depositi e prestiti e, ciliegina sulla torta, il gran carrozzone Rai. E tra Viale Mazzini e il Transatlantico è un frenetico turbinio di voci e di nomi dati in pole position per le più ambite poltrone, che verranno assegnate a cominciare da luglio, quando il vecchio Cda della tv pubblica andrà a scadenza, e verrà sostituito in base alle nuove regole della riforma votata in era Renzi: due consiglieri nominati dalla Camera, due dal Senato e uno dai dipendenti Rai (dovrebbe essere l'ex portaborse di Laura Boldrini, Roberto Natale, Usigrai).

Un dato di partenza sembra assai probabile: per la prima volta la consueta lottizzazione maggioranza-opposizione, che si tramanda dalla Prima repubblica (quando il Pci aveva la sua bella fetta di potere su Raitre assicurata, di legislatura in legislatura), è destinata a saltare. Come hanno fatto sui collegi dei Questori di Camera e Senato, Lega e Cinque Stelle puntano a fare cappotto e prendersi tutto: Cda, presidenza, dg, reti, tg eccetera.

A dare le carte in questo assalto alla diligenza, saranno Rocco Casalino per la Casaleggio, Emilio Carelli per il cotè Di Maio, e direttamente Matteo Salvini per la Lega. Con interessi e obiettivi non sempre convergenti, da cui la ridda di ipotesi diverse. Rimbalza ad esempio il nome di Vincenzo Spadafora, stretto consigliere e braccio destro del neo ministro del Lavoro grillino: fatto fuori dal governo (guarda caso dopo che il Fatto Quotidiano ha rovistato nel suo passato da «balduccino», e nei suoi rapporti con l'allora potentissimo boss del ministero dei Lavori Pubblici Angelo Balducci, poi travolto da inchieste), raccontano che Di Maio vorrebbe risarcirlo niente meno che con la poltrona di direttore generale della Rai, ma la concorrenza è agguerrita, e in alcuni casi notevolmente più titolata di lui: c'è ad esempio Enrico Mentana, che di tv ne sa senza dubbio più dell'ex «balduccino», e che sarebbe il candidato preferito di Casalino. Ma ci sono anche interni Rai che puntano alla poltronissima: si parla di Roberto Nepote, ora alla guida di Rai.Com.

Alla presidenza Rai, posto di grande visibilità e di tutto rispetto, aspira fortissimamente Carlo Freccero, che ha avuto l'onore di essere il primo «lottizzato» Rai a Cinque Stelle, che nel 2015 lo piazzarono in Cda. Ma circola anche il nome di Ferruccio De Bortoli che guarda caso, fanno notare i maligni, durante le convulse contorsioni grillin-leghiste di questa interminabile crisi non si è sbilanciato in nessuno dei suoi classici, severi editoriali.

Assegnate le due mega-poltrone, si passerà poi all'occupazione delle postazioni interne: direzioni di rete, direzioni di telegiornali, giornali radio, conduzioni importanti. E se sinistra e Pd sperano di mantenere almeno la storica riserva indiana di Raitre, resteranno con ogni probabilità delusi. Lo schema di massima sulla divisione delle spoglie dovrebbe essere questo: Raiuno ecumenico-governativa, con un occhio al Vaticano e uno al Quirinale; Raidue ai Cinque Stelle e Raitre alla Lega. Al Tg1 dicono ambisca il notista del Corriere della Sera Massimo Franco, con la benedizione di Di Maio. Ma per i nomi ci sarà l'imbarazzo della scelta, visto che dentro la Rai la corsa al cambio di casacca tra funzionari e giornalisti è frenetica: tutti o quasi sono diventati grillin-leghisti.

Alcuni destini vengono dati per segnati: Bianca Berlinguer (che del resto fa da tempo ascolti non adeguati) e Lucia Annunziata potrebbero essere i primi volti noti a saltare. Il dg attuale, Mario Orfeo, viene dato in partenza per la Gazzetta dello Sport. La presidente Maggioni potrebbe invece tornare a Rainews, se i nuovi padroni confermeranno gli accordi pregressi.

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