Politica

Rai, tocca a Campo Dall'Orto: spuntano anche i nomi dei nuovi direttori dei tg

Dopo aver dato a Monica Maggioni la poltrona di presidente di Viale Mazzini, eletto il nuovo direttore generale

Rai, tocca a Campo Dall'Orto: spuntano anche i nomi dei nuovi direttori dei tg

Antonio Campo Dall’Orto è il nuovo direttore generale della Rai. Lo ha nominato oggi pomeriggio all’unanimità il Cda di viale Mazzini fresco di nomina (tra martedì e ieri sera) e presieduto da Monica Maggioni. Il nome di Antonio Campo Dall'Orto arriva direttamente da Palazzo Chigi. Il nuovo dg, 50 anni, manager televisivo, succede a Luigi Gubitosi, il cui mandato - così come quello della presidente Anna Maria Tarantola e del Cda in carica nell’ultimo triennio - era scaduto nei giorni scorsi. Il nome
di Dall’Orto era stato indicato come il più probabile dopo le parole del premier Renzi, che alla vigilia dell’elezione del nuovo cda l’aveva definito manager di grande esperienza e professionalità.

Accreditatissimi, ormai da ieri, anche i nomi dei due vice-direttori generali: il "padre fondatore" della svolta renziana di viale Mazzini Luigi De Siervo (una strada segnata e iniziata con l'elezione a presidente dell'Associazione dirigenti Rai) e il centrista Antonio Leone.

Poi, ci sono i tg. Un bel nodo da sciogliere ma non in tempi brevi. Eppure, il valzer delle direzioni sembra già iniziato. Mario Orfeo rimarrà ancorato alla direzione del Tg1 e, probabilmente, guiderà la Newsroom non appena la riforma dei tg uscirà dal pantano amministrativo, tecnico e burocratico in cui si trova. Bianca Berlinguer, invece, sembra sempre più vicina alla porta, tanto che si parla di Luca Mazza e Maurizio Mannoni, pronti a rimpiazzarla. Ma anche Riotta è pronto a giocarsela. Al Tg2 dovrebbe invece arrivare Andrea Covotta, mentre a sostituire la Maggioni potrebbe essere Lucia Goracci, oggi inviata di guerra per il canale all-news.

Le nomine dei nuovi direttori, però, sembrano davvero lontane. Almeno quanto l'approvazione della legge che, se tutto va bene, dovrebbe avvenire non prima di ottobre. Finito, infatti, il fermento per la nuova governance di viale Mazzini, tutto tornerà nello stagno più stagnante. Mani legate e bocche cucite fino all'entrata in vigore della nuova norma della tv. Del resto, perché un direttore generale dovrebbe voler portare in Cda questioni rilevanti, come le nomine dei nuovi direttori dei tg appunto, e doversi confrontare con l'approvazione del Consiglio? Con i super poteri della nuova legge, l'ad (ex dg) potrà fare e disfare a suo piacimento. E senza chiedere il permesso a nessuno.

O meglio, solo a chi l'ha messo su quella poltrona.

Commenti