Rallenta l'onda verde Lega. Ora Salvini è in difficoltà

Carroccio giù nelle rilevazioni: il Pd è solo a 5 punti. E il leader rivaluta alleanze e governissimi

Rallenta l'onda verde Lega. Ora Salvini è in difficoltà

Gli ultimi sondaggi segnalano un'inversione di trend per la Lega. Dalla crescita esponenziale dell'anno scorso, arrivata al 34% alle europee e anche più in alto nei picchi di maggiore consenso di Salvini, il partito dell'ex ministro nelle ultime settimane sembra segnare una regressione. Certo, la Lega resta il primo partito italiano nelle intenzioni di voto, ma rispetto alla marcia trionfale dei mesi scorsi, sempre ampiamente sopra il 30%, le ultime rilevazioni registrano una battuta di arresto neppure lieve. Secondo il più recente sondaggio realizzato da Ixè per la Rai, la Lega si attesta al 27,2% (dopo una discesa costante da novembre ad oggi), seguita dal Pd a cinque punti di distanza, un distacco molto più contenuto rispetto al passato quando tra i due c'era stata una voragine anche di quindici punti. Pure nel sondaggio Ipsos sul gradimento dei leader Salvini segna il passo, dal 42% di gennaio al 38% del mese successivo, pur restando in testa alla classifica dei leader.

Al calo della Lega - rispetto a valori di partenza comunque molto alti - si accompagna poi la crescita costante di Fratelli d'Italia, in un'area politica molto vicina a quella della Lega, situazione da fratelli-coltelli per Salvini e Meloni che ha innescato una palese competizione tra i due, fatta di polemiche e reciproci sgambetti. I sondaggisti giustificano la flessione della Lega con il particolare momento che sta vivendo l'Italia, l'emergenza legata al Coronavirus infatti monopolizza l'attenzione dell'elettorato, sgonfiando l'interesse per gli argomenti su cui invece Salvini è più forte, a partire dall'immigrazione e i processi per aver bloccato i barconi. Gli italiani attendono soluzioni e messaggi rassicuranti, la polemica politica in questo momento paga di meno, anche questo può spiegare la performance meno brillante del solito del leader leghista nelle rilevazioni. In più gli attacchi al governo Salvini si espone alla critica di non essere «patriottico» nel momento di bisogno che richiede non polemiche ma spirito di coesione (è questo infatti che gli stanno rinfacciando Pd, M5s e Conte, che invece elogia «l'opposizione responsabile» di Fi e Fdi). Insomma non è un frangente favorevole per la macchina da guerra comunicativa del leader leghista.

Non è un caso che la strategia politica di Salvini sia cambiata nelle ultime settimane. Mentre l'estate scorsa il leader puntava ad una corsa solitaria autosufficiente («Noi non abbiamo bisogno di niente e di nessuno» disse ad una festa della Lega, facendo capire di non avere alcuna voglia di alleanze di centrodestra), negli ultimi tempi è tornato a ragionare come parte di una coalizione. Ha pesato anche la sconfitta della sua candidata, Lucia Borgonzoni, in Emilia-Romagna, uno stop ai sogni di gloria leghisti. Tanto che Salvini ha provato a cambiare lo schema concordato con Fi e Fdi per la prossima tornata regionale in modo da non prendersi più il candidato in Toscana (il nome in pista è la sindaca leghista di Cascina, Susanna Ceccardi), ma a sbolognarlo a qualche alleato, proprio per non rischiare una seconda sconfitta su terra rossa. Ma Salvini, ridimensionato nei numeri e nelle ambizioni «indipendentiste» (nel senso di indipendenza da Berlusconi e dalla Meloni), non è solo tornato allo schema della coalizione di centrodestra, ma ha anche proposto una super-alleanza di governo, per gestire l'emergenza sanitaria e quella economica.

Un governissimo, magari guidato da Mario Draghi. Un'idea che ha sempre portato avanti il numero due di Salvini, Giancarlo Giorgetti. Dal sogno dei «pieni poteri» ad un governo di larghe intese elettorali, l'onda verde - sempre forte - è quantomeno cambiata.

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