Mentre il ministro Matteo Salvini annuncia il censimento dei rom e gira l'Italia per portare il suo sostegno alle forze dell'ordine, il suo ministero stacca un assegno da 60mila euro a favore di un nomade irregolare rimasto ferito da un poliziotto durante un inseguimento. I risarcimenti paradossali non sono certo una novità nel panorama giudiziario, ma questo ha il sapore della beffa nei giorni delle polemiche sulle dichiarazioni del titolare del Viminale.
La vicenda è nota alle cronache di qualche anno fa, ma solo ora si è arrivati all'esecuzione della provvedimento che ha stabilito per Magaiber Sulejmanovic un risarcimento per le lesioni alla schiena causategli da un colpo sparato da un agente durante un inseguimento: era il dicembre del 2013 e il nomade, a bordo di un'auto rubata, non si era fermato al posto di blocco. Da qui la corsa della polizia, sei colpi sparati con l'intento di colpire lo pneumatico e fermare la fuga. Uno, invece, ferisce alla schiena Sulejmanovic. Il poliziotto viene condannato a sei mesi per lesioni colpose. L'autore del furto a 11 mesi. Poi arriva sentenza di secondo grado e il giudice ordina una provvisionale immediatamente esecutiva: il ministero, datore di lavoro dell'agente, versi 60mila euro come risarcimento.
Poche settimane fa il Viminale, dopo un braccio di ferro giudiziario, ha dovuto erogare la somma. Il nomade 26 anni, nato a Torino, ma cittadino bosniaco è senza permesso di soggiorno per stare in Italia, dove vive abusivamente nei campi rom. Irregolare sì, ma conosciuto alle forze dell'ordine, perché dopo quell'incidente ha continuato a delinquere: due anni dopo l'episodio è stato intercettato mentre fuggiva in tangenziale a bordo di un'altra auto rubata. Un altro inseguimento, ma stavolta senza spari e senza feriti. «C'è poco di paradossale in questa vicenda - commenta al Giornale il suo avvocato Domenico Peila - ci sono stati due gradi di giudizio e una condanna per lesioni colpose. Anche se le sue condizioni nel tempo sono molto migliorate, non cammina autonomamente. Gli è stata riconosciuta da una consulenza una invalidità al 60%». Che gli darebbe anche diritto a una pensione, se Sulejmanovic fosse cittadino regolare. I 60mila euro invece sono arrivati su un conto corrente intestato al nomade.
Non sono state versate dallo Stato invece, con danno per l'avvocato, le spese legali. Già, perché proprio il rom irregolare «per un certo periodo della sua vita è stato regolare», spiega Peila. E in questa parentesi di «legalità» ha accumulato un debito con il Fisco pari a 8mila euro di multe non pagate. Che lo Stato ha scalato dall'assegno, senza considerare la parcella del difensore. La vicenda non è finita, perché si andrà in Cassazione. «Il tema non sono i rom - suggerisce il legale - ma i poliziotti lasciati soli, senza assicurazione a pagarsi di tasca propria un avvocato.
Noi ci siamo rivalsi sul datore di lavoro». Tutto ciò è «pazzesco - ha twittato Salvini - Andrò fino in fondo a questa vicenda del passato, incredibile che la giustizia punisca il poliziotto e lo Stato e risarcisca il rom ladro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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