Il rapitore subito scarcerato preso e di nuovo interrogato

Dopo la nostra denuncia il clandestino che ha rapito una bimba sulla spiaggia di Vittoria torna davanti ai pm

Il rapitore subito scarcerato preso e di nuovo interrogato

In poco più 96 ore nel Vittoriese (Ragusa) è accaduto di tutto. Due cacce all'uomo paradossalmente sempre lo stesso, l'indiano Lubhaya Ram, 43 anni, con precedenti per droga e ricettazione e irregolare sul territorio italiano, che il 16 agosto ha tentato di rapire una bambina di 5 anni in spiaggia a Scoglitti il suo arresto operato dai carabinieri della Compagnia di Vittoria per tentato sequestro di persona e sottrazione di minore, con tanto di remissione in libertà dopo sole 24 ore di carcere così come disposto dal pm di turno di Ragusa, Giulia Bisello, e, infine, ieri, l'interrogatorio. Non prima però di avere speso risorse ed energie per ricercare il 43enne che, senza fissa dimora, non si sapeva dove fosse.

E già, perché indagato ma libero, Ram, così come aveva ipotizzato ieri il Giornale, ha anche avuto facoltà di far perdere le proprie tracce, soprattutto alla luce del fatto che, non avendo fissa dimora, non ha punti di riferimento sul territorio da dove, peraltro, se ne sarebbe dovuto andare un anno fa, quando il questore di Ragusa ha emesso un decreto di espulsione a suo carico. Evidentemente l'indiano lo ha considerato solo carta straccia. Ma l'opzione di scomparire dalla circolazione l'ha carpita eccome. I militari dell'Arma del Comando provinciale di Ragusa, diretti dal tenente colonnello Sigismondo Fragassi, hanno lavorato per individuare Ram, che è stato trovato nel primo pomeriggio in un casolare di campagna tra Vittoria e Scoglitti in compagnia di alcuni connazionali. A quel punto è stato prelevato per consentire l'interrogatorio in caserma da parte del sostituto procuratore Bisello, alla presenza dell'avvocato dell'uomo, Biagio Giudice.

A questo punto la domanda sorge spontanea e unisce univocamente tutto lo Stivale. Da Nord a Sud. Ma non lo si poteva interrogare prima? Per legge sì. Si sarebbe risparmiato tempo, fatica e risorse preziose. E anche tanta preoccupazione da parte della gente unita a rabbia e incredulità. Ma così non è stato. Solo dopo un gran fracasso da parte della stampa ma si tratterà solo di una coincidenza il magistrato ha deciso di effettuare l'interrogatorio per capire le intenzioni dell'indiano con la bambina. Il web si indigna, perché gli italiani non si sentono tutelati da questo sistema giustizia che non consente la convalida di un fermo quando i reati restano allo stato di tentativo, nemmeno quando sono di spessore come il sequestro di persona e la sottrazione di un minore. E così l'indiano Ram che martedì scorso, dopo essersi avvicinato amichevolmente ai genitori della bimba e ai loro amici, ha afferrato la piccola ed è scappato via con lei, fermato dalla prontezza del papà che, disperato, lo ha prima rincorso e poi strattonato fino a sottrargli la figlioletta in lacrime, è stato visto dopo solo 24 ore aggirarsi come se nulla fosse per quegli stessi luoghi del delitto tra lo sbigottimento generale. In Italia accade. Non tutti però sono d'accordo con il decreto di remissione in libertà dello straniero. L'avvocato Michele Savarese di «Ragusa in Movimento», sottolineando come «il reato di sequestro di persona in danno di minore di 14 anni, secondo l' art.

605 del codice penale, è punito con la reclusione da 3 a 15 anni» sostiene che «anche in caso di delitto tentato poteva essere applicata la misura della custodia cautelare in carcere», tanto più che l'indiano è già noto alla giustizia penale italiana e, in aggiunta a ciò, è pure senza fissa dimora.

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