Un amore proibito. Romantico, struggente ma fuorilegge. Due volte fuorilegge. Lei è una professoressa di italiano di una scuola media della provincia di Bergamo. Quarant'anni, un passato doloroso, un matrimonio naufragato, due figli sul groppone. Lui è un suo alunno. Quattordici anni ora. Ma tredici anni qualche tempo fa, quando i due si sono innamorati e hanno dato forma e carne alla loro storia, appartandosi più volte nell'auto di lei, comportandosi come due fidanzati pudichi che approfittavano di ogni occasione per scambiarsi effusioni e nel frattempo vivevano di attese e di messaggi.
Nessuno si era accorto di nulla nella scuola in cui i due si incontravano tutti i giorni e nella quale in questi giorni si sarebbero dovuti vedere per l'ultima volta per gli esami di fine ciclo, lei come esaminatrice e lui come esaminato. Nessuno si era accorto di nulla nemmeno a casa del ragazzino, che tutti descrivono come normalissimo, anche se ora la famiglia cerca di rileggere alcuni suoi comportamenti alla luce di quella love story mille volte impossibile. Con il rischio, naturalmente, che la suggestione riempia gli spazi lasciati vuoti dalla disattenzione.
Nessuno aveva capito nulla. Poi, un giorno, alla Procura di Bergamo è arrivata una soffiata. Guardate che quei due eccetera. Una comune delazione da parte di qualcuno che aveva notato i due in atteggiamenti intimi. E non c'è voluto molto al pubblico ministero Davide Palmieri per capire che non si era trattato di una maldicenza di provincia. La coppia è spiata, è stata intercettata. Tutto chiaro, tutto vero.
I due si amavano o credevano di amarsi. Si mandavano messaggini sul telefono che in qualsiasi altra situazione sarebbero stati atti di tenerezza e in questa, invece, erano prove di reato. Lei appena è stata avvicinata dagli agenti di polizia giudiziaria ha sgranato gli occhi dicendo che lui era consenziente. Chissà se un intontimento sentimentale o un'estrema dimostrazione di ingenuità da parte di una donna che forse in qualche modo pensava che la vita dovesse risarcirla. Ma la legge in questi casi non attinge ai codici sentimentali ma si limita a scansionare le carte d'identità. E quelle dei due piccioncini del bergamasco parlavano chiaro: ventisei anni di differenza. Ma non è lo spread a contare, bensì l'età di lui: è vietato infatti per un maggiorenne fare sesso con chi ha meno di quattordici anni, ma l'asticella sale a sedici se, come nel caso della prof di Bergamo, l'adulto è un genitore o un educatore: una persona cioè da cui la legge si attende protezione e non insidie.
La donna è stata arrestata e ora è ai domiciliari in esecuzione a un'ordinanza da parte del giudice per le indagini preliminari Marina Cavalleri. Ora rischia una condanna da 5 a 10 anni.
Lui, il ragazzino, non è stato ancora sentito. Lo sarà, naturalmente con il supporto di uno psicologo. Lei lo ha già detto, lui probabilmente confermerà: si trattava di una storia d'amore. Nel primo caso una confessione, nel secondo un'accusa.
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