Con l'ultimo incremento, gli attualmente positivi in Italia superano quota 350mila. Non migliora il trend della curva epidemiologica. Nessuno spiraglio che possa allontanare l'incubo del lockdown, ormai sempre più imminente. Ieri altre 31.758 persone, 674 in più rispetto al giorno prima, sono state trovate positive. A fronte di un gran numero di tamponi, 215.886 (801 in più). Ormai se ne fanno tanti, ma più si cerca più si trova: risulta contagiato il 14,7 per cento di chi viene testato. Nelle ultime 24 ore si sono contate 297 vittime, che portano il totale a 38.618. Crescono i numeri e si rincorrono le voci di strette imminenti. Una gestione criticata da Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. «Siamo di fronte ad una situazione difficile e c'è molto disordine. Non c'è un regia condivisa, mancano linee di indirizzo e soprattutto chi decide», dice l'infettivologo, favorevole a chiusure mirate. Gli ospedali hanno dovuto accogliere altri 972 pazienti, leggermente meno rispetto ai 1.030 del giorno prima, ma comunque un numero importante, che comincia a mettere a dura prova il sistema sanitario, costretto a reggere l'urto di 16.994 ricoveri nei reparti ordinari e 1.843 nelle terapie intensive. Altri 97 malati gravi sono arrivati ieri. Dei 351.386 attualmente positivi, 331.577 sono in isolamento domiciliare.
LOMBARDIA
Tra le 11 regioni considerate a rischio è sempre la Lombardia la più colpita, che con 8.919 nuovi casi (3.730 dei quali nella sola provincia di Milano) e una percentuale tra tamponi effettuati e contagiati del 19 per cento, rischia di finire prima di altre in lockdown. Negli ospedali sono ricoverate 4.033 persone, 335 unità in più rispetto al giorno prima. Mentre in terapia intensiva ci sono 392 pazienti (22 in più). In aumento anche le vittime, che sono state 73. Da domani, ha annunciato il governatore Attilio Fontana, i tamponi rapidi antigenici inizieranno ad essere utilizzati dalle ats e asst della regione. Presto saranno a disposizione anche dei medici e dei pediatri di famiglia.
CAMPANIA
Continua a crescere il numero dei positivi in Campania. Ieri se ne sono aggiunti 3.669. Con un totale di 55.740 infetti la regione è prossima ad una stretta ulteriore. Ipotesi di cui però il governatore Vincenzo De Luca non vuole sentir parlare: «Nessuno si permetta di immaginare misure mezze mezze. Per il livello di gravità a cui è arrivato oggi il contagio, le uniche misure non solo serie, ma efficaci, sono di carattere nazionale».
PIEMONTE
Con 2.887 contagi nelle 24 ore, 174 ricoverati in terapia intensiva (+15) e 2.683 nei reparti ordinari (+136), il Piemonte è la terza regione più colpita e si prepara ad affrontare la crescente necessità di posti da destinare ai pazienti infetti convertendo 16 ospedali in Covid Hospital.
VENETO
Anche in Veneto dieci
ospedali diventeranno gradualmente solo Covid. I nuovi casi sono 2.697 e 908 i ricoverati in terapia intensiva. «La fase 3 dei ricoveri (livello d'allarme, ndr) è già realtà», ammette il governatore della Regione, Luca Zaia.
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