Re Giorgio e Gucci, testa o croce?

«Non ci sto! Se si mettono delle teste mozzate in passerella siamo al limite e io da questo gioco mi tolgo». Armani spara a zero sulla scelta del direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, che l'altro giorno ha fatto sfilare due modelli con sottobraccio la perfetta riproduzione delle loro teste eseguita dallo Studio Makinarium di Cinecittà. Lo fa al termine della sua sfilata incalzato da una domanda sulla contrapposizione tra la moda gentile che ha appena mandato in passerella e la violenza che si teme possa scoppiare per le strade di Milano tra due opposte fazioni di manifestanti. Re Giorgio parte in quarta per una strada tutta sua e aggiunge: «Non vorrei neanche che i miei collaboratori guardassero quello che fanno gli altri, se ciò che fanno gli altri è questo, meglio stare a casa nostra. Del resto io faccio la mia moda senza volere a tutti i costi strafare con una facile emotività». Inevitabile chiedere una replica a Gucci anche perché la spiegazione di quella scelta senza dubbio estrema è stata ampiamente data dopo la sfilata: dobbiamo cercare di accudire la nostra testa, è come una sala operatoria in cui ogni giorno aggiungiamo o togliamo qualcosa alla nostra identità. La risposta ufficiale è un categorico: no comment.

Quella che trapela solo per caso è che il marchio delle due G ha donato mezzo milione di dollari al movimento Morch of Our Lives, la manifestazione pacifica che si terrà a Washington il prossimo 24 marzo per protestare contro le attuali leggi americane sulle armi da fuoco.

DFed

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