Reati fiscali, finalmente Confindustria batte un colpo

RomaDopo quasi una settimana di silenzio ingiustificato, Confindustria ha fatto sentire la propria voce. Il vicepresidente con delega per il fisco, Andrea Bolla, rispondendo alle sollecitazioni del Giornale sull'eliminazione della franchigia del 3% dell'imposta sui mancati versamenti Ires e Iva, per parlare ha scelto il quotidiano di proprietà della stessa associazione Il Sole 24 Ore , invitando il Parlamento a procedere «senza intoppi, in fretta e bene».

Una presa di posizione attesa da lungo tempo, anche in merito all'ormai famigerato articolo 19-bis. Certo, Confindustria non si sbilancia troppo e non vuol rischiare di passare per berlusconiana, ma in qualche modo fa capire che quella norma una qualche validità e un qualche interesse ce l'aveva. «Non si può fermare tutto per quattro righe», afferma Bolla aggiungendo che la norma «si può modificare o sopprimere», l'importante è che non sia estesa ai casi di false fatturazioni che tanto hanno fatto discutere. «Quanto alle soglie di punibilità non è sbagliato ragionare in termini percentuali», precisa.

L'obiettivo di Viale dell'Astronomia, anche se dichiarato tardivamente, è quello di accelerare i tempi. Inviando le dieci pagine del decreto legislativo al Parlamento, il testo - una volta modificato con il contributo delle associazioni imprenditoriali - potrebbe ritornare per la definitiva approvazione al Consiglio dei ministri del 20 febbraio, data prevista per il nuovo varo della normativa da parte di Renzi e del suo esecutivo.

Troppo importanti le novità introdotte dalla delega fiscale come la depenalizzazione dell'abuso di diritto, cioè la possibilità di scegliere (anche con operazioni ad hoc) i regimi fiscali comunitari più favorevoli per la tassazione del reddito d'impresa. E, soprattutto, il raddoppio dei tempi per l'accertamento fiscale in modo da consentire alle imprese di potersi difendere meglio dalle offensive del fisco. Per Bolla andrebbe giustificata anche «l'evasione di necessità» (quella di chi non ha i soldi per pagare le tasse, ndr ). Di qui il rinvio ai presidenti delle commissioni Finanze di Camera e Senato, Capezzone e Marino, che hanno lavorato bene sulla materia.

Anche Confartigianato, con il presidente Giorgio Merletti, aveva rotto il silenzio mercoledì scorso sottolineando

l'opportunità di «una profonda e strutturale rivisitazione del farraginoso e vetusto sistema fiscale». La paura, infatti, è che il bel giocattolo della riforma possa essere rotto dagli «orfani di Visco» della sinistra del Pd.

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