Guerra in Ucraina

Rebus controffensiva. I russi: "Già respinta". Kiev: "Deliri, vedranno". E le prime incursioni spaventano il Cremlino

C'è. Non c'è. O forse non si può dire che ci sia. O più probabilmente, meglio andarci piano, almeno a parole

Rebus controffensiva. I russi: "Già respinta". Kiev: "Deliri, vedranno". E le prime incursioni spaventano il Cremlino

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C'è. Non c'è. O forse non si può dire che ci sia. O più probabilmente, meglio andarci piano, almeno a parole. Dopo tanta attesa, la controffensiva ucraina continua a essere tinta di giallo. I russi dicono che è già partita e che è stata in larga parte respinta. Kiev replica definendo «delirante» l'informazione diffusa da Mosca ma nel frattempo qualcosa si muove. La verità, filtrata dalla rispettiva propaganda, sta probabilmente nel mezzo. Come al solito. La controffensiva tanto declamata su larga scala ancora non è partita ma piccole, nemmeno troppo, azioni e incursioni, anche su territorio russo, sono già cominciate da tempo.

Le versione russa è quella di aver sventato «una grande offensiva ucraina nella regione meridionale di Donetsk» con l'uccisione di centinaia di soldati nemici. Secondo questa tesi, l'Ucraina avrebbe lanciato l'offensiva domenica utilizzando sei battaglioni meccanizzati e due battaglioni di carri armati. «L'obiettivo del nemico era quello di sfondare le nostre difese ma il nemico non ha raggiunto i suoi obiettivi, non ha avuto successo» ha dichiarato in una nota il ministero della difesa di Mosca. «Una versione delirante», ha commentato il portavoce del raggruppamento orientale delle forze armate di Kiev Serhiy Cherevatyi, aggiungendo che «quando inizierà, tutti se ne accorgeranno». La viceministra della Difesa Hanna Maliar conferma e rilancia: «La Russia diffonde informazioni su una controffensiva per distogliere l'attenzione dalle perdite che subisce intorno a Bakhmut. L'operazione difensiva include tutto, anche azioni di controffensiva. Quindi, in alcune aree stiamo procedendo con azioni offensive», ha detto, confermando almeno in parte che la verità sta davvero nel mezzo. Anche perché gli attacchi, per esempio nella regione di Belgorod, sono innegabili, ancorché portati avanti non dall'esercito di Kiev ma dai partigiani russi che ieri hanno dichiarato il pieno controllo del paese di Nova Tavolzhanka e che tanto sgomento stanno portandosi al Cremlino. Al punto che l'istituto americano per lo studio della guerra conferma che queste incursioni «suggeriscono che la leadership russa non ha ancora deciso su come reagire ai limitati raid transfrontalieri», palesando quindi una evidente difficoltà.

Le conferme in tal senso sono molte. Secondo la Cnn, che cita fonti dell'intelligence, l'Ucraina avrebbe coltivato una rete di agenti e simpatizzanti all'interno del territorio russo che hanno iniziato atti di sabotaggio e che sarebbero stati riforniti di droni per organizzare attacchi su obiettivi specifici. Anzi, sarebbero stati proprio loro ad effettuare l'attacco sul Cremlino all'inizio di maggio lanciando mentre non ci sono conferme sulla paternità dei velivoli fatti schiantare nei giorni scorsi in un quartiere residenziale di della capitale. A confermare l'imbarazzo di Mosca, le offerte di aiuto per Belgorod arrivate da due personaggi che hanno dimostrato di avere pochi scrupoli e molti interessi come Prigozhin e Kadyrov. Il leader ceceno si è proposto per difendere il territorio. «I terroristi che penetrano nella regione di Belgorod potrebbero essere affrontati da distaccamenti ceceni Per eliminare le bande armate sul territorio russo senza conseguenze per la popolazione civile», ha detto Kadyrov, dopo aver sostituito i mercenari del gruppo Wagner anche a Bakhmut. E Prigozhin, oltre a candidarsi per un nuovo ruolo, non perde occasione di attaccare lo stato maggiore dell'esercito dichiarando, con tanto di video a conferma, di aver catturato un comandante russo, il tenente colonnello Roman Venevitin, colpevole di aver ordinato alle sue truppe di sparare su un convoglio Wagner. Nel filmato, Venevitin ha confermato l'accaduto, scusandosi, e dicendo di aver agito a causa della sua antipatia personale per i Wagner. Non esattamente un clima disteso dalle parti del Cremlino.

Con o senza la reale controffensiva da parte degli ucraini.

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