
L'Ucraina è stata investita la scorsa notte dal più vasto attacco di droni da quando ha avuto inizio l'operazione speciale. Le truppe di Mosca ne hanno lanciati ben 273, quasi la metà diretti su Kiev. Tre le vittime: due nel quartiere Obukhovsky e una nella zona di Fastiv, dove sono anche stati distrutti magazzini e danneggiate alcune abitazioni private. L'aeronautica militare di Kiev ha riferito che 88 dei 273 droni sono stati abbattuti e altri 128-esca hanno fortunatamente terminato il loro viaggio mortale fuori rotta. Danneggiamenti provocati da velivoli kamimaze si segnalano anche negli oblast di Dnipropetrovsk e Donetsk. Kiev ha risposto con 75 droni su Crimea (colpito deposito di munizioni), Belgorod e Kursk, in larga misura abbattuti. Il precedente attacco di portata comparabile si era verificato lo scorso 23 febbraio, alla vigilia del terzo anniversario della guerra, quando le forze russe lanciarono un numero record di 267 droni più alcuni missili balistici in una sola giornata.
Per quanto riguarda le operazioni di campo Mosca ha messo a segno un importante colpo strategico, conquistando nel Donetsk la località di Bogatyr che consentirà alle truppe di Gerasimov un ampio spazio operativo verso le regioni di Zaporizhzhia e del Dnipropetrovsk. Nel corso dell'operazione i russi sostengono di aver liquidato almeno una cinquantina di mercenari francesi e britannici.
Secondo la direzione generale dell'intelligence ucraina, la Russia sta pianificando un lancio d'addestramento di un missile balistico intercontinentale dal cosmodromo di Plesetsk (800 km a nord di Mosca). La gittata del vettore supera i 10mila km. Kiev sottolinea che lo scopo del lancio è quello di esercitare pressioni e intimidazioni evidenti sull'Ucraina, nonché sugli stati membri dell'Ue e della Nato. Mosca starebbe per cacciare dal Kursk le ultime sacche di resistenza nemica.
Il ministero degli Esteri russo è convinto che a breve la Germania consegnerà a Kiev una partita di missili da crociera Taurus. Mosca ha sequestrato una petroliera di bandiera liberiana, che aveva lasciato un porto in Estonia per entrare in acque russe.
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