L'equazione è facile. Il centrodestra sta dalla parte degli evasori e chiede condoni; la sinistra fa la vera lotta al sommerso. Dentro questo schema semplicistico, molte delle dichiarazioni spese negli ultimi giorni. Dagli scambi di accuse sui condoni, alle polemiche sulla flat tax fino alle parole di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan che hanno rivendicato un recupero dell'evasione senza precedenti, oltre la soglia dei 20 miliardi di euro. Peccato che i dati raccontino un passato e un presente molto diversi.
Lotta all'evasione può più significare tutto e niente. Si può ad esempio farci rientrare il recupero di gettito ottenuto dall'Agenzia delle entrate con l'attività di controllo o con gli avvisi ai contribuenti, ma anche entrate straordinarie e una tantum come quelle che arrivano da certe forme di condoni. E c'è una bella differenza.
È un po' quello che è successo nel 2017. Secondo il racconto elettorale degli esponenti del governo, l'anno scorso è stato registrato un record nel recupero di entrate. Il dato fornito dal direttore dell'Agenzia delle entrate e Agenzia delle entrate-Riscossione Ernesto Maria Ruffini quando, giorni fa, ha presentato il bilancio sull'attività svolta nel 2017 è 20,1 miliardi di gettito recuperato. Il segretario Pd Matteo Renzi, commentando i dati, si è spinto oltre sostenendo che «tutto sommato siamo oltre quota 25 miliardi». Un successo dovuto a «un cambio di strategia: incrocio banche dati, fatturazione elettronica, dichiarazione precompilata, lettere garbate di richiamo».
Il bis dell'anno precedente quando rientrarono nelle casse dello stato 19 miliardi e anche un incremento del 25% rispetto al 2014, sempre secondo la versione dell'esecutivo, il doppio rispetto al 2010, quando governava il centrodestra e furono recuperati 11 miliardi.
In realtà nel 2017, al netto dalle entrate imputabili a voluntary disclosure e rottamazione delle cartelle, quindi di tutte le sanatorie una tantum che non hanno nulla a che vedere con la lotta all'evasione, il dato del recupero 2016 non è 19,0 miliardi, ma 14,9 miliardi e quello del 2017 non è 20,1 miliardi, ma 15,3 miliardi di euro.
Al netto delle misure one off, dal 2015 l'andamento delle entrate si è stabilizzato, interrompendo una serie di aumenti che andava avanti - e questo è l'altro dato rilevante - dal 2006.
Gli aumenti più significativi in termini di lotta all'evasione sono infatti stati registrati negli anni dell'ultimo governo Berlusconi. L'unico raddoppio delle entrate è quello registrato nel 2011, ultimo anno di governo del centrodestra, rispetto al 2007, ultimo anno di governo del centrosinistra: 11 miliardi contro i 6,4 dell'esecutivo Prodi.
Il bilancio degli ultimi due governi è negativo anche sotto altri punti di vista. Mentre negli anni del centrodestra la crescita del gettito era trainata dal recupero di gettito derivante da attività di controllo, negli anni di Renzi e Gentiloni questa componente si è ridotta. Nel 2007 il recupero dell'evasione vera aveva dato 7,2 miliardi, nel 2016 6,4 miliardi. Ad aumentare è stata l'attività «di liquidazione».
In sostanza, il recupero di entrate da errori formali o da contribuenti in crisi di liquidità: nel 2011 5,5 miliardi, ben otto miliardi nel 2016. Sono somme dichiarate che non vengono pagate, perché il contribuente non è in grado di farlo o perché ha commesso qualche errore. Poco a che vedere con la vera lotta all'evasione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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