L'emergenza-lavoro è al centro dell'azione di governo. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato due provvedimenti che consentono alla ex Embraco di Torino in curatela fallimentare di accedere alla cigs per sei mesi e all'ex Ilva di Taranto di ottenere altre 13 settimane di cassa integrazione.
Ma il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, adesso deve chiudere in fretta il capitolo della riforma degli ammortizzatori sociali, un obiettivo non semplice sia per costi (almeno 6-7 miliardi inizialmente) sia per ricadute politiche viste le divisioni nella maggioranza e nelle parti sociali. Un primo passo, anche in termini di recupero di risorse, può essere effettuato superando il reddito di cittadinanza che nella sua forma di sussidio di disoccupazione in quanto si è rivelato inutile.
Lo spiega bene al Giornale il sottosegretario all'Economia, Claudio Durigon della Lega. «Dobbiamo approfittare della riforma perché si può creare un unico ammortizzatore universale che riunisca i circa 30 sistemi assicurativi attuali», dice. Oltre all'esigenza di semplificazione, prosegue, «è necessario che la riforma preveda una rimodulazione al proprio interno del reddito di cittadinanza sia perché ha fallito sia perché i sostegni devono favorire l'inserimento nel mondo del lavoro: questo deve essere un primo segnale». Il governo, ribadisce Durigon, «sulle politiche attive non può più sbagliare, si devono studiare sistemi che impattino sulle competenze del lavoratore perché l'anno prossimo ci saranno immensi investimenti legati al Pnrr» che determineranno un incremento della domanda di lavoro ma anche di skill specifiche.
L'esponente leghista è fiducioso che il risparmio ottenuto con il taglio del cashback (1,5 miliardi di euro; ndr) possa contribuire a «trovare risorse adeguate per la riforma». E altrettanto «tranquillo» l'ex sindacalista si dichiara sulla sorte dei navigator ai quali il ministro Orlando non intende più rinnovare il contratto giacché il sistema è destinato a cambiare. «I navigator possono essere riassorbiti dai Centri per l'impiego e questo potrebbe essere uno sbocco - ricorda Durigon - ma quello che mi preme affermare è l'errore strutturale del reddito di cittadinanza: non si può non prevedere per un percettore di reddito che possa rifiutare offerte di lavoro, ci deve essere una registrazione di ogni situazione».
Il sottosegretario, infine, non è allarmato dai recenti casi Gkn (ieri il tavolo di crisi a Firenze; ndr) e Whirlpool.
«Sono fiducioso che il premier saprà ottenere risposte positive, ma il problema dei licenziamenti non è legato al loro sblocco: le crisi si sbloccano con gli investimenti e con l'attrattività del Paese per le imprese estere, servono norme di defiscalizzazione, cioè una riforma fiscale che incentivi a investire», conclude.
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