Il decreto su reddito di cittadinanza e quota 100 approda oggi nell'Aula del Senato. Le modifiche in commissione Lavoro hanno determinato alcuni cambiamenti significativi, ma nodi decisivi sono ancora di là dall'essere sciolti. In particolare, sottolinea il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, Anna Maria Bernini, «il governo naviga nel caos» perché «a dieci giorni dall'avvio delle domande per il reddito di cittadinanza manca ancora l'accordo con le Regioni, che hanno la competenza sulle politiche attive per il lavoro, e resta quindi congelata la selezione di 6mila navigator». Inoltre, non è stata ancora sottoscritta la convenzione con i Caf e quindi «dal 6 marzo gli interessati dovranno arrangiarsi da soli - alle Poste o sul sito del governo», ha concluso Bernini.
Da evidenziare, inoltre, come due emendamenti destrutturino potenzialmente la valenza inclusiva del reddito. Su richiesta del Garante per la privacy lo Stato non potrà controllare le spese effettuate con la card ma solo il saldo mensile, mentre i percettori del sussidio saranno obbligati ad accettare un lavoro solo se la retribuzione sarà superiore a 858 euro.
Qualche ulteriore interrogativo sorge poi sul sistema dei controlli visto che sarà la polizia locale a dover certificare, con un apposito verbale, l'effettivo cambio di residenza di coloro che si sono separati o hanno divorziato dopo settembre 2018. Gli immigrati che vorranno ottenere il reddito dovranno produrre una certificazione, rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, sui requisiti di reddito e patrimoniali e sulla composizione del nucleo familiare. La certificazione deve essere presentata in una versione tradotta in lingua italiana e legalizzata dall'autorità consolare italiana (che ne attesta la conformità all'originale). Sono esclusi dalla certificazione i soggetti aventi lo status di rifugiato politico.
Per quanto riguarda quota 100, invece, è stato stabilito che i precari della scuola otterranno maggior punteggio ai fini del concorso che sarà indetto per coprire i posti che resteranno vacanti, anche se i docenti non stanno usufruendo del pensionamento anticipato e il turn over è «stimolato dall'età media elevata del personale. Un altro emendamento del governo, inoltre, consente a Regioni e Comuni nel triennio 2019-2021 di tener conto delle cessazioni dal servizio del personale di ruolo sia dell'anno precedente che di quello in corso. Per i vincitori obbligo di restare nella sede di prima destinazione per un periodo di almeno cinque anni. Non meno importante l'incremento dell'anticipo del Tfs, la liquidazione degli statali, che potrà arrivare fino a 45mila euro rispetto ai 30mila finora previsti.
Le questioni rimaste in sospeso tra M5s e Lega sono state rinviate alla Camera. In primis, si tratta di incrementare le risorse per i disabili. Sul tavolo anche l'introduzione della figura del vicepresidente Inps e lo stop alla finestra mobile di tre mesi per i lavoratori impegnati in attività gravose. Resta aperta anche la partita dei tagli alle pensioni dei sindacalisti. I Cinque stelle puntano a ripresentare l'emendamento al prossimo passaggio parlamentare.
Stop per problemi di copertura alla proposta M5s che puntava a estendere gli incentivi per chi assume beneficiari del reddito anche ai datori di lavoro domestico. Saltata alla possibilità di riscattare gli anni di laurea a fini previdenziali con costi a scaglioni. Da oggi, quindi, parte un nuovo round di trattative.
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