Un «grande risultato», un «successo enorme». Una misura «storica». Il reddito di cittadinanza nella narrazione grillina non contempla il flop e lo sconforto percepiti da circa trentamila beneficiari che si sono visti accreditare 40 euro sulla card, e che hanno inondato di proteste la pagina Facebook dell'Inps.
Secondo il numero uno dell'Istituto di previdenza nonché ispiratore della misura, il professore Pasquale Tridico, i grandi delusi del reddito sarebbero relativamente pochi. Perché in fondo, ha spiegato dopo le polemiche, chi ha ricevuto cifre comprese tra i 40 e i 50 euro è solo il 7 per cento delle 487.677 richieste accolte, ovvero trentamila circa. «Solo» il 17 per cento ha percepito invece tra 40 e 150 euro.
Snocciolando percentuali e importi però, Tridico fotografa anche un'altra realtà: ovvero che il 70 per cento dei beneficiari del sussidio, di fatto la stragrande maggioranza, si sia visto riconoscere una media di 400 euro al mese. Un importo considerevole, ben al di sopra dei 40 euro ricevuti da altri, ma pur sempre la metà di quei 780 euro che erano diventati una bandiera della campagna elettorale del Movimento cinque stelle. Cifra che ora si scopre essere riservata a una minoranza. Infatti, stando ai numeri dati dal presidente, appena il 21% dei nuclei familiari che hanno avuto accesso al reddito ha ricevuto un importo tra i 750 e 1.380 euro.
Eppure secondo Tridico «la misura ha avuto un successo enorme. In appena un mese 800 mila domande. Per il Rei erano 80 mila. L'Inps ha dato risposte in un mese in modo efficiente». Già, il Rei, il reddito di inclusione del governo Gentiloni. La maggioranza di chi incassava il sussidio varato dal centrosinistra poteva contare su 295 euro al mese, a fronte dei 400 di chi riceve il reddito di cittadinanza. Una differenza non così ampia. Sulla quale il Pd attacca: «Ad aprile riceveranno l'assegno 487mila famiglie - dice il deputato dem Carmelo Miceli - In pratica lo stesso numero di famiglie già assegnatarie del reddito di inclusione, che nel 2018 erano 462mila».
I primi a fare il paragone sono stati gli stessi utenti che sulla pagina dell'Inps hanno denunciato di percepire col reddito di cittadinanza la stessa cifra Rei o in alcuni casi addirittura inferiore. «Possibile che mi caricate solo 40 euro, come in passato con il Rei? Sono disoccupata». E ancora: «La carta Rei di 250 euro mi è stata sospesa per darmi un reddito di cittadinanza di 40 euro. Ma è possibile?». L'istituto fa sapere che provvederà a verificare determinate situazioni: «Ho letto di una cittadina che afferma che sarebbe stata ammessa al reddito di cittadinanza per ricevere un sussidio di importo inferiore a quello che riceveva per il Rei. Stiamo eseguendo tutte le necessarie verifiche, ma l'ipotesi in questione è veramente remota, essendo il reddito di cittadinanza una misura più generosa. In ogni caso è evidente che al cittadino che non aveva terminato la fruizione del Rei sarà assicurato il trattamento più favorevole», dice il presidente. Intanto le segnalazioni sulla pagina Facebook continuano.
E, a proposito, dietro il profilo ufficiale che per i toni dei commenti ha costretto Tridico a scusarsi, non c'era «una stagista malpagata - ha precisato lo stesso presidente - ma una nostra funzionaria che non ha retto alla pressione e ha passato la giornata in ospedale per lo stress. Ha avuto tutta la mia comprensione e solidarietà».
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