«War is over - if you want it», la guerra è finita - se voi lo volete. Il ritornello di una celebre canzone di John Lennon, pacifista di altri tempi, si riferiva alla guerra del Vietnam, che il genio musicale dei Beatles voleva vedere conclusa in nome dell'amicizia tra i popoli. Ma quell'invito a deporre le armi si attaglia alla perfezione anche alla storia personale di un uomo che la guerra in Vietnam l'aveva combattuta davvero, ma che oggi, a oltre quarant'anni di distanza, non sapeva ancora credere all'idea che fosse finita.
È la storia di Lawrence Silk, 84 anni, ex sergente dell'aviazione degli Stati Uniti, che fino al 1974 aveva servito in tre diverse missioni nel Paese indocinese. Carpentiere di formazione, Silk era stato schierato in un'unità di supporto destinata alla costruzione e alla manutenzione di basi dell'aviazione in Vietnam. Lasciato il servizio in armi, Silk era poi stato operaio in una fabbrica di camion ed era in seguito tranquillamente invecchiato. Come purtroppo capita a molti anziani, negli ultimi tempi era stato colpito da una forma di demenza senile, tanto da dover essere ricoverato in un istituto specializzato nello stato di Washington.
Qui, come ha raccontato su Facebook suo genero Kenny Dunn, aveva sviluppato la convinzione che il conflitto in Vietnam fosse ancora in corso, e che fosse suo dovere tenersi pronto a un richiamo alle armi che riteneva imminente.
«Mio suocero era molto seccato che i medici non gli permettessero di partire - spiegava Dunn - e non c'era verso di convincerlo che non era necessario. Così ci siamo messi in cerca di un ufficiale, possibilmente del suo stesso corpo militare, che fosse disposto a fargli visita in uniforme e a comunicargli che le sue responsabilità verso il suo Paese potevano considerarsi compiute. E magari a presentargli un qualche certificato, e scattare insieme con lui una foto che lo aiutasse a ricordarsi che quell'incontro liberatorio era effettivamente avvenuto».
Serviva un buon samaritano in uniforme, insomma. E quel samaritano - racconta il Times che riprende la storia del reduce americano - si è effettivamente presentato nella persona del tenente colonnello Andy LaFrazia, 52 anni, presidente di un'azienda tecnologica nella stessa città di Silk e appena ritiratosi dall'aviazione militare.
LaFrazia ha preso contatto con i parenti di Silk e si è presentato nella cameretta dell'anziano reduce in uniforme. «Era davvero convinto di dover ripartire per il Vietnam - ha raccontato l'ex ufficiale - e voleva essere aiutato a ritrovare il suo fucile e la sua uniforme». LaFrazia gli ha consegnato una lettera che aveva preparato, «con tanto di logo dell'Air Force», e gli ha spiegato in tono ufficiale che il suo servizio doveva considerarsi concluso, che non sarebbe più dovuto partire.
Il vecchio soldato è inizialmente apparso confuso, ha parlato di elicotteri e ha citato anche l'ipotesi che l'aviazione volesse inviarlo in Afghanistan.
Poi qualcosa dentro di lui è andata al suo posto, un antico senso del dovere davanti al suo superiore in grado è tornato a farsi sentire e i nuovi ordini che il tenente colonnello LaFrazia gli aveva portato sono stati accettati: la guerra del sergente Lawrence Silk era davvero finita.
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