Referendum e Consulta: crociata di Forza Italia contro il processo a vita

Gli azzurri chiedono di abrogare la riforma del 5s Bonafede: «Stop al populismo penale»

Referendum e Consulta: crociata di Forza Italia contro il processo a vita

La giustizia è uno dei temi prioritari di una Forza Italia sempre garantista e sulla prescrizione gli azzurri si preparano a dare battaglia. Lo fanno appoggiando il referendum abrogativo della riforma Bonafede, proposto dall'Unione delle Camere penali. Non solo. Fi presenta alla Camera un ordine del giorno per impegnare il governo a rinviare l'entrata in vigore, il primo gennaio, della norma che sospende la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, in sede di esame della legge di Bilancio.

Inoltre, il responsabile Giustizia Enrico Costa annuncia «un ricorso alla Corte costituzionale per il mancato esercizio del diritto di un gruppo di opposizione di calendarizzare una sua proposta di legge e quindi per valutare l'inerzia colpevole del presidente della Camera Fico per coprire la maggioranza sotto questo profilo». Costa è primo firmatario di un disegno di legge ad hoc che non è stato calendarizzato a dicembre e ora chiede di metterlo in programma per gennaio.

Le iniziative vengono presentate in una conferenza stampa intitolata «La battaglia non si ferma», organizzata da Fi e alla quale partecipa il presidente dell'Unione delle Camere Penali, Giandomenico Caiazza. «Il populismo penale - dice - è una devastazione dei principi, delle regole del diritto e delle regole costituzionali».

Contrastando decisamente la riforma che, dicono, introduce il «processo a vita», gli azzurri cercano anche di far esplodere le contraddizioni interne alla maggioranza giallorossa. Le divisioni della maggioranza sono evidenti e il M5s isolato, con il Pd che lavora ad un'alternativa sui tempi dei processi che possa essere votata dal centrodestra e Matteo Renzi che si è detto pronto a sostenere la proposta di Costa.

L'azzurro critica i dem: «O c'è la volontà di strappare su questo tema da parte del Pd, oppure Orlando continuerà a fare interviste per abbassare le pretese. È un ennesimo tentativo per dare un segnale al governo. Speriamo che le forze politiche di maggioranza che dicono di essere contrarie alla riforma Bonafede senza adeguati filtri, votino con noi». Anche Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Fi, sottolinea che «Pd e Italia Viva si sono resi complici della dittatura del giustizialismo che trasforma i processi in altrettante gogne a vita, anche per chi viene assolto in primo grado». Forza Italia costituirà, dunque, comitati promotori in tutta Italia per sostenere l'iniziativa referendaria delle Camere penali e ripristinare, dice la Bernini, «il giusto processo previsto dalla Costituzione».

Ai giornalisti Cristina Rossello, avvocato e deputata azzurra, spiega perché la riforma è inaccettabile: «Siamo contro il processo a vita: ci sono limiti all'esercizio di una azione. C'è sempre una regola nel diritto processuale e ci sono sempre dei tempi che ne scandiscono l'azione, che qui invece vengono sovvertiti a danno di un intero sistema. Pensiamo anche ai riflessi che possono esserci per il Paese a livello economico, ai riflessi negativi per le imprese oltre che per l'individuo». Pietro Pittalis, deputato e membro della commissione Giustizia, assicura che la battaglia «vede mobilitata tutta Fi.

E questo «perché vogliamo mantenere le regole della civiltà giuridica», aggiunge l'azzurra Cristina Mirella. All'iniziativa referendaria si associano «con convinzione» i deputati del gruppo di Giovani Toti, «Cambiamo!», Stefano Benigni, Manuela Gagliardi, Claudio Pedrazzini, Alessandro Sorte e Giorgio Silli.

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