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Referendum e legge elettorale anti-destra: pace tra Di Maio e Zingaretti, guerra nel Pd

Il grillino apre all'alleato: rispetto i patti. Ma nei dem cresce il malumore

Referendum e legge elettorale anti-destra: pace tra Di Maio e Zingaretti, guerra nel Pd

Nicola Zingaretti chiama. Luigi Di Maio risponde. È iniziata la luna di miele tra il segretario del Pd e il ministro degli Esteri dei 5 stelle: un patto, sottoscritto nella calda estate post-covid, che punta a oscurare il premier Giuseppe Conte nel secondo tempo dell'alleanza giallorossa.

Il matrimonio sarà celebrato il prossimo 20 e 21 settembre, quando gli italiani saranno chiamati al voto, non solo per le Regionali ma per il referendum sul taglio dei parlamentari. Alla fine il leader del Pd cede. Scatenando la rivolta della base. Via libera al Sì per la conferma della riforma fortemente voluta dal M5s che riduce i parlamentari dal 945 a 600, in cambio di una legge elettorale proporzionale (per tenere il centrodestra lontano dal governo dell'Italia). L'ex capo del Movimento - in un'intervista al Corriere della Sera (lo stesso giornale dal quale il segretario dem aveva lanciato l'ultimatum ai grillini) - conferma l'impegno sulla legge elettorale: «Siamo pronti a votare una nuova legge elettorale già prima della fine dell'estate. Tutte le forze politiche che lo hanno votato in Parlamento dovrebbero essere convinti a votare sì. Il governo l'ho formato io con Zingaretti e c'era un patto. Per noi quel patto va rispettato. Sulla legge elettorale noi siamo d'accordo. Dunque, Di Maio allontana sospetti e retroscena: il M5s è pronto a votare la legge elettorale proporzionale chiesta dal Pd. Zingaretti ringrazia: «Le parole di Di Maio sono la conferma positiva che dobbiamo continuare a batterci perché si riapra un progetto riformatore per migliorare e rafforzare le istituzioni. Questo è il nostro obiettivo, per questo stiamo combattendo e per questo a testa alta lavoriamo per cambiare le cose» - dice dalla Festa dell'Unità di Bologna. Lanciando però un segnale agli alleati (Italia viva in primis):«C'è un accordo che ha portato alla nascita di questo governo che ha salvato l'Italia, che prevedeva il taglio dei parlamentari. Siamo persone perbene, che hanno mantenuto gli impegni. Ora tutta la maggioranza deve mantenerli».

La conferma della sponda 5s sulla legge elettorale arriva con le parole di Giuseppe Brescia, il presidente grillino della commissione Affari costituzionale della Camera: «Martedì' prossimo nella commissione che presiedo proporrò ai gruppi di adottare in settimana tre testi base fondamentali: la proposta di legge elettorale a mia firma, la proposte di legge costituzionale che adegua la Carta alla riforma, inclusa la base territoriale per l'elezione del Senato e infine la proposta sul conflitto d'interessi». Zingaretti e Di Maio sono d'accordo su tutto: legge elettorale, referendum e alleanze per le comunali nel 2021. Peccato che non lo siano i militanti dem. Che non si rassegnano a morire grillini. Le pagine social del Pd e di Zingaretti sono state prese d'assalto dai militanti: accuse e polemiche contro il si al referendum. Un altro strappo si consuma alla Festa dell'Unità di Bologna: i giovani dem sono sul piede di guerra e in occasione dell'intervento del segretario hanno deciso di non esporre le bandiere.

Al di fuori del recinto Pd-M5s, Pier Luigi Bersani non scioglie la riserva sul voto: «Deciderò nei prossimi giorni».

Ma già batte cassa: vuole l'ok alla legge Fornaro che introduce una ripartizione nazionale (non regionale) dei seggi al Senato.

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