Referendum, il fronte del "no" si compatta. E attrae pure la fronda di Ncd

Nasce il coordinamento delle forze di centrodestra per il "no" al referendum. Renzi teme uno smottamento tra i centristi. Una fronda di senatori dell'Ncd è pronta a minacciare la crisi

Referendum, il fronte del "no" si compatta. E attrae pure la fronda di Ncd

Il "no" alle riforme costituzionali è netto. Il centrodestra si è riunito a Palazzo Madama per far partire il fronte che a ottobre sfiderà Matteo Renzi al referendum. Alla riunione, riservata ai senatori dell'area di centrodestra, hanno partecipato i senatori di Ncd Antonio Azzollini e Giuseppe Esposito. La presenza di due esponenti della maggioranza non è certo passata inosservata. Anche perché, come rivela il Giornale, Azzollini è uno dei big di Ncd che vorrebbero ricostruire il centrodestra alternativo a Renzi.

La preoccupazione di Renzi è che si arrivi a uno smottamento tra i centristi. La riunione di ieri sera è saltata per evitare ulteriori tensioni dopo gli effetti dell'inchiesta "Labirinto". Angelino Alfano ha parlato di "ri-uso politico degli scarti di un'inchiesta giudiziaria", ha criticato i magistrati che non lo hanno chiamato, ha reagito alle intercettazioni che sono state pubblicate sui giornali sostenendo che è in corso "una manovra politica". "Vogliono destabilizzarci - è la reazione dei centristi - è in atto una congiura". Un gruppo di senatori è dato in uscita, aspetta che Silvio Berlusconi torni in pista per costituire una federazione di centro. Maurizio Lupi si è fatto portavoce delle istanze dei malpancisti che minacciano di uscire dalla maggioranza se non arriveranno segnali sul cambiamento dell'Italicum. Per ora Alfano chiude alla possibilità che il partito possa sfilarsi. Resta l'ipotesi scissione, ma a rischio sono soprattutto i numeri in Senato.

Oggi, a pranzo, si sono visti i partiti del centrodestra per rilanciare la battaglia sul "no" al referendum. Ieri, uscendo dall'ospedale, Berlusconi ha ribadito la necessità di discutere sulla legge elettorale "con equilibrio e buonsenso", ma al momento non c'è spazio di dialogo con Renzi. Anche all'interno di Ncd, d'altra parte, sembra finito il tempo del confronto. Azzollini ha partecipato al summit del "no" in vista del referendum rivendicando di "non avere mai votato a favore delle riforme costituzionali" e richiamandosi dunque a "un dissenso da Ncd sin dall'inizio del loro percorso parlamentare". Al tempo stesso Giuseppe Esposito, senatore legato al capogruppo Renato Schifani, ha ammesso con Repubblica la rottura nella maggioranza: "Dobbiamo uscire dal governo, anche già domani".

La "cabina di regia" comune nata oggi al Senato servirà, come spiega il leghista Gian Marco Centinaio, ad "aiutare gli italiani a capire che votando no si mandano a casa anche il signor Renzi, la signora Boschi e quanti si indignano perchè c'è chi si oppone" alle riforme.

Una linea comune tra Lega Nord e Forza Italia potrebbe, poi, arrivare nei prossimi giorni con una iniziativa dei leader di partito. In settimana Matteo Salvini potrebbe, infatti, essere ricevuto ad Arcore. "Voglio andare a trovarlo", ha spiegato il leader del Carroccio ai fedelissimi.

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