Regalo dei pm a Macron: Ciotti indagato

Campagna elettorale al via, il leader gollista accusato di uso indebito di fondi pubblici

Regalo dei pm a Macron: Ciotti indagato
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Eric Ciotti indagato per un parcheggio di troppo è la prima vera notizia della campagna elettorale francese che si è aperta ieri, anche se la soffiata per l'uso gratuito di una striscia blu è arrivata ai magistrati da un'associazione privata. C'è un pizzico di mani pulite nelle urne volute da Emmanuel Macron dopo la débacle alle elezioni europee, che ha visto il Rassemblement national di Jordan Bardella salire al 31,37 per cento doppiando i macroniani fermi al 14. Da quei numeri, tra l'altro, è nata la decisione dell'ormai ex presidente del partito Les Républicains (espulso dal partito per essersi alleato con l'estrema destra) di sposare la causa nazionalista, con si dice il ministero degli Interni già in tasca. Ciotti si dice «totalmente sereno», dopo che la procura di Nizza ha avviato un mese fa l'inchiesta su segnalazione di Anticor, un'associazione che opera contro la corruzione e per l'etica in politica. Il caso riguarderebbe l'uso gratuito di tessere per il parcheggio da parte di un totale di otto persone, tra cui Ciotti e il suo staff. Il politico contrattacca denunciando un'«evidente manipolazione politica» di fatti risalenti al 2022.

In cima al programma dei lepenisti c'è l'abrogazione della riforma delle pensioni, su cui ci sono le impronte digitali del verbo macroniano che negli ultimi due anni hanno richiamato in piazza milioni di cittadini. Lo ha detto ufficialmente il deputato uscente Jean-Philippe Tanguy. Tra i volti nuovi in cerca di un seggio spicca il 58enne ex sondaggista Jérôme Sainte-Marie, già responsabile della formazione dei dirigenti del Rassemblement National, candidato nelle Hautes-Alpes, mentre in sordina è passato il ritorno dell'ex presidente socialista François Hollande alla cui sinistra fa capolino Jean-Luc Mélenchon che promette di incamerare i voti di protesta dell'elettorato di centrosinistra.

Intanto, così come accaduto in Italia alle ultime politiche, anche una certa intellighenzia legata al mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport invita a non votare la destra. Il primo appello è arrivato dall'attaccante dell'Inter Marcus Thuram, seguito dalla neo-stella del Real Madrid Kylian Mbappé, che rivolgendosi a tutti i francesi e in particolare alle giovani generazioni dice: «Vediamo che gli estremisti sono alle porte del potere, abbiamo la possibilità di cambiare tutto». Votare contro l'estrema destra è l'invito proveniente dal vincitore dell'ultimo Premio Goncourt, Jean-Baptiste Andrea, che assieme ad altri scrittori ha lanciato una petizione per «mobilitarsi e alzare la voce con determinazione contro l'estrema destra».

Infine i mercati, che sono in fibrillazione per le urne anticipate, tanto che l'indice parigino CAC 40 ha polverizzato tre giorni fa tutti i suoi guadagni annuali dopo l'annuncio dello scioglimento dell'Assemblea nazionale.

«Siamo attenti al corretto funzionamento dei mercati finanziari», ha ammonito la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, che da un lato promette di riportare l'inflazione al target di medio termine del 2 per cento, ma dall'altro lascia intendere che prima di un nuovo taglio dei tassi di interesse potrebbero passare diversi mesi.

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