Stiamo assistendo a vere prove di regime. Un regime è anche una democrazia autoritaria, non necessariamente una dittatura. Non ancora, almeno.
Le due forze politiche, Lega e Cinque Stelle, sono ai ferri corti, ma saldate da un patto scellerato: i Cinque stelle hanno scatenato il loro attacco stalinista contro i «grassi borghesi» con le loro pensioni proporzionate al merito (considerato un crimine) mentre Salvini brucia le sue munizioni nell’energico contrasto estivo degli sbarchi, con l’autunno già alle porte. I soldi non ci sono, la produzione della ricchezza non c’è e così non resta che spennare i vecchi polli per racimolare una cifra che non copre i danni di tre mesi di paralisi per i veti incrociati. Tre mesi per tirare fuori un primo ministro per grazia ricevuta, ignoto agli elettori.
Non ci sono e non ci saranno mai i soldi per l’immorale e immaginario reddito di cittadinanza, mentre le aziende sputano sangue e gli elettori leghisti cominciano a chiedersi se sono su Scherzi a parte. Intanto, l’infernale bambino sempre vestito da Prima Comunione cerca di imporre la nuova etica secondo cui saremmo tutti uguali, non solo di fronte alla legge.
Depredati del diritto di essere tutti diversi, unici e irripetibili. È questo il futuro che ci aspetta? Già successe al popolo dei Maya che si estinsero per eccesso di sacrifici umani. Non vorremmo che fra il destino dei Maya e quello che ci prepara Di Maio la Storia si ripetesse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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