Regno Unito senza camionisti: benzina razionata. E nel Paese si scatena la corsa al rifornimento

La carenza causata da coronavirus e Brexit. E rischia di peggiorare

Regno Unito senza camionisti: benzina razionata. E nel Paese si scatena la corsa al rifornimento

Londra. «Non manca la benzina in Inghilterra, non fatevi prendere dal panico». Dopo tanto tempo in politica e nel settore della comunicazione, avrebbe dovuto saperlo Boris Johnson, che non c'è nulla di peggio che un invito pubblico come questo per ottenere l'effetto opposto. E difatti, subito dopo averlo dato, ieri, nella zona di Londra e dintorni e in alcune parti del Devon si è scatenata la corsa al rifornimento di benzina. File lunghe come se non ci fosse un domani, gente che attendeva pazientemente un'ora buona per fare il pieno e magari riempire una tanichetta, che insomma non si sa mai. Ma che cos'è accaduto in realtà? È successo che giovedì alcune stazioni di benzina British Petroleum e un numero ridotto di pompe di benzina della Esso sono state costrette a chiudere per assenza di carburante. Carburante che, in realtà, davvero non manca alle raffinerie, la base della catena distributiva. A mancare sono gli autisti dei camion che lo recapitano alle stazioni di rifornimento, in particolare nella zona a sud dell'Inghilterra come Londra, Sussex, Devon, Isola di Wight. Questo per una serie di ragioni, come ha dichiarato ieri il ministro dei Trasporti Grant Shapps che ha individuato soprattutto nella pandemia il fattore che ha condotto alla crisi finale. «Il problema della carenza di autisti è un problema globale, che è stato fortemente acutizzato anche dall'emergenza pandemica».

Se è vero però che questo genere di lavoro non attrae più i giovani - poco disposti a trascorrere sulla strada quattro o cinque notti alla settimana in cambio di una paga non certamente alta - e che nei mesi della crisi del Covid mancavano i tamponi destinati agli autisti, alcuni ministri ritengono che a compromettere la situazione sia stata anche la Brexit. Si stima che nel Paese attualmente manchino all'appello circa 100mila autisti. Una parte è andata in pensione e non è stata rimpiazzata perché nessuno ha fatto una sola domanda di lavoro. Gli altri, i moltissimi lavoratori provenienti dall'Est Europa, se ne sono tornati a casa loro dopo la Brexit. Anche per questo, al meeting del governo di ieri pomeriggio, a cui ha partecipato l'esecutivo, il ministro dell'Ambiente e quello dei Trasporti, qualcuno, compreso il premier, sembrava a favore di una visa temporanea da concedere alle compagnie per l'assunzione temporanea di autisti europei. Una soluzione che non vede d'accordo né la maggioranza dell'esecutivo, né le associazioni di categoria.

I primi, perché ritengono dannoso ricorrere nuovamente alla manodopera europea dopo che tanto si è fatto per rinunciarvi. Gli altri perché ritengono che una simile soluzione sarebbe soltanto una toppa momentanea. Perché alla fine il 90% di quello che viene importato arriva da un camion.

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