Politica

L’ossessione per la Boschi gatta morta alla rovescia

La ministra è la più paparazzata. Ma lei non s’indigna per l’assedio, l’immagine è la sua arma politica

L’ossessione per la Boschi gatta morta alla rovescia

Sono riusciti a calcolare quanti centimetri quadrati di cellulite sono in eccesso rispetto alla sua giovane età. È stata seguita in gabinetto perché si potesse contare quante volte al giorno deve liberarsi da ciò che non le serve più. Sembra anche che grandi esperti di zoom siano appostati negli anfratti più rischiosi pur di rubare una foto compromettente o bizzarra. E lei sta al gioco senza sbotti moralistici. Chi è? Ma è la nuova fidanzata d'Italia, quella che ha surclassato veline e attricette, quella che ha gettato nella disperazione le bellone e le belline che aspettavano l'estate da un anno per mettersi col sedere al vento e farsi fotografare con il tronista o il calciatore per un briciolo di notorietà da spendere nella prossima stagione tv.

È lei: è la ministra Maria Elena Boschi, quella che sta cercando un uomo vero che la porti all'altare per coronare il suo sogno d'amore. E pare che una fila sterminata di babbei si sia messa in coda, sperando che la principessina dedichi loro un po' di attenzione.

La curiosità che suscita il corpo della Boschi ha qualcosa di parossistico e, in fondo, non sembrerebbe fuori luogo la vecchia e moralistica frase: «Con tutto quello che succede, ci si deve proprio interessare al seno e alle chiappe della Boschi?». Ma la politica è anche questo, è immagine, seduzione, capacità di comunicare col corpo. Mi permetto di ricordare che il filosofo Nietzsche aveva spiegato quale fosse il grande potere esercitato dal linguaggio del corpo: ne scriveva in proposito alla fine del 19º secolo; poi ci fu J. F. Kennedy che, pur non avendo letto il filosofo, si servì di tutto il suo fascino giovanile, sbandierato senza remore nel confronto televisivo con Richard Nixon, per annientare il rivale.

Da quel giorno si è capito che il grigiore, l'aria dimessa, la trasandatezza non pagano in politica: per il maschio. E, adesso, in questa estenuante ricerca di pari opportunità e di giovanilismo, è la volta delle donne, che devono fare i conti con la civiltà dell'immagine e con ciò che essa comporta sul piano della comunicazione. Insomma, se un tempo Nilde Iotti esibiva la sua autorità attraverso comportamenti irreprensibili (almeno in apparenza) e costumi castigati (sempre per quello che ci era consentito vedere), oggi quel passato è morto e sepolto.

E la Boschi ne è perfettamente consapevole: si trova a suo agio in questo mondo in cui un buon pettegolezzo uscito al momento giusto diventa la chiave del successo. Lei, con abilità, riesce a controllare la curiosità che la circonda: fa la gatta morta all'incontrario. La gatta morta convenzionale può essere riassunta nella sua esclamazione: «Ma per favore, un po' di educazione, lasciatemi in pace!». La gatta morta del politicamente corretto, cioè la Boschi, è quella che dice: «Ma per favore, un po' di educazione: fra un'ora mi metto il costume da bagno, siate puntuali!».

E i fotografi e i giornalisti sono educatamente puntuali; lei lascia fare ma sempre un po' insofferente, come se la cosa non la riguardasse. Molto brava come gatta morta all'incontrario nel gestire l'esibizione del proprio corpo. Perché non è così semplice come sembra. Per esempio, cosa accade nell'università? Ne ho una pluriennale esperienza. È umano che le studentesse carine si mettano in mostra per ottenere qualche vantaggio. Immagino che sia un comportamento che si riscontra in qualsiasi ufficio. Comunque, il professore se non è proprio rimbambito, conosce e controlla quel comportamento senza farsi fregare, ritenendolo un atteggiamento inevitabilmente normale. Tuttavia, in questa circostanza, quella universitaria, il campo d'azione e molto circoscritto e il bersaglio è preciso: il prof. Ma in politica il gioco è più complesso: è come passare dai dilettanti alla Champions league , e sicuramente la Boschi si era già ben allenata, scalando tutte le categorie. Per adesso è padrona della scena, si sta servendo dei fotografi e dei giornalisti con grande facilità: può apparire vittima di sgangherate aggressioni mediatiche, può mostrare di essere al di sopra di tanti banali pettegolezzi, e intanto fa raggiungere vertici stellari alla sua notorietà. Ma il nostro tempo brucia alla svelta questo tipo di attenzione per l'immagine, e in un batter d'occhio si finisce dalle stelle nelle stalle.

Allora, in questa realtà più modesta, sarà la volta buona che la Boschi, messa da parte, dovrà mostrare quello che davvero sa fare.

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