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Tra Renzi e Giuseppi è guerra fredda

Uno minaccia la crisi, l'altro il voto: tregua armata fino a gennaio

Tra Renzi e Giuseppi è guerra fredda

Una tregua armata fino al 31 gennaio. Ma la minaccia di una crisi di governo resta sul tavolo. All'indomani dell'incontro tra Matteo Renzi e il premier Giuseppe Conte è calato un clima da guerra fredda. Il leader Iv non sa fino a che punto possa tirare la corda. Nel frattempo, però, agita il fantasma di Draghi e spinge il piede sul Recovery per creare l'incidente.

Stavolta Conte e il Pd pare stiano giocando all'attacco: vogliono scoprire le carte di Renzi. E mettono tra le opzioni anche le elezioni anticipate. Scenario che i renziani vorrebbero scongiurare. Non si fidano di Matteo Salvini che potrebbe, in caso di crisi di governo, chiedere il voto, abbandonando la strada annunciata nei giorni scorsi, di un esecutivo ponte. L'incertezza sull'esito della verifica spinge, dunque, Renzi a calciare la palla nella metà di Conte: «La palla è totalmente nelle mani del presidente del Consiglio Conte. Noi chiediamo una svolta sui contenuti e lo abbiamo spiegato in modo chiaro; ci sta a cuore che l'Italia colga la più grande opportunità degli ultimi anni» - taglia corto l'ex rottamatore in un'intervista al Corriere della Sera. Non è una frenata. Ma una pausa. Prima dell'affondo finale: «Se si pensa di continuare come si è fatto negli ultimi mesi, Italia viva saluta tutti e toglie il disturbo. Perché per noi l'Italia deve promuovere il cambiamento, non custodire lo status quo. E oggi tutti sanno che serve un salto di qualità». Poi lancia un messaggio al capo dello Stato Sergio Mattarella: «Al Quirinale siede un presidente che conosce la Costituzione meglio di chiunque altro. Lui sa cosa si fa in caso di crisi e qual è il suo compito in tale situazione».

Nessun voto anticipato, dunque. Ma c'è l'alternativa di un nuovo governo. Prova a tirare dentro il Pd. Ma incassa picche dal segretario Nicola Zingaretti: «La verifica di governo? Credo che a questo punto tutte le forze politiche hanno indicato le priorità a Conte. Era il percorso iniziato il 5 novembre a Palazzo Chigi. Ora bisogna in fretta chiudere questa fase. È il tempo delle decisioni».

«Non si può vivere nell'incertezza in eterno - continua il leader dei dem. Questo vale per il governo, la cui prospettiva è solida. Sul Recovery Fund bisogna decidere in queste ore e mettere in moto la seconda fase, quella dell'ascolto, del coinvolgimento del Paese e dell'iter parlamentare. Il Pd chiede che si decida: il governo proceda sul Recovery». Iv non molla e apre un altro fronte su ristori e chiusure: «Se siamo alle prese con un altro decreto per ulteriori restrizioni tra Natale e Capodanno è segno evidente che quanto deciso finora non ha funzionato come dovevano. Penso che bisognerebbe anche su questo cambiare passo. E in ogni caso è bene sapere che ad ogni decisione, si deve accompagnare la quantificazione esatta dei ristori» attacca la renziana Teresa Bellanova, ministro dell'Agricoltura. Con l'arrivo del nuovo anno Renzi potrebbe ritirare dal governo la delegazione dei ministri.

Ma è solo una minaccia renziana.

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