Renzi "esilia" la Boschi da Arezzo: candidiamola nel Lazio

L'ex premier vuol evitare che lo scontro elettorale con i Cinque Stelle si concentri sulle banche: "Può correre nel Lazio"

Renzi "esilia" la Boschi da Arezzo: candidiamola nel Lazio

Roma L'esiliato Renzi vuole esiliare la Boschi. Il caso Banca Etruria piomba nel bel mezzo delle trattative per le liste del Pd alle prossime elezioni politiche. Il segretario Matteo Renzi fugge in America (ufficialmente in un tour con la responsabile per gli italiani all'estero del partito Anna Grassellino) per tenersi a dovuta distanza dalla sberla elettorale in arrivo dalle regionali siciliane, dove il candidato dei dem Fabrizio Micari rischia di non salire nemmeno sul podio.

Ma dall'esilio negli Stati Uniti, il rottamatore pianifica un'altra fuga, quella di Maria Elena Boschi, la numero due del giglio magico, in vista delle politiche. Una fuga dalla Toscana per neutralizzare l'impatto di Banca Etruria sulla prossima tornata elettorale. Il leader dei democratici avrebbe deciso di non ricandidare la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio ad Arezzo, il centro caldo della protesta dei risparmiatori di Etruria. Ma soprattutto, preoccupato da un contraccolpo negativo in termini elettorali, vorrebbe far sparire il nome Boschi dalle liste del Pd in Toscana. La madrina della riforma costituzionale, bocciata dai cittadini nel referendum di 4 dicembre scorso, potrebbe essere catapultata in Campania o nel Lazio, come capolista nella quota proporzionale dei listini bloccati. Renzi considererebbe un azzardo schierare la Boschi ad Arezzo: la ferita per il crac della Banca Etruria è ancora fresca. Come la rabbia dei risparmiatori per la gestione «allegra» delle casse della popolare. Uno scandalo che chiama in causa Pierluigi Boschi, padre dell'ex ministro ed ex vicepresidente della banca. Il volto della Boschi sui manifesti del Pd potrebbe avere un effetto devastante per la prossima campagna elettorale. Ogni incontro politico si trasformerebbe in rissa tra la sottosegretaria e i comitati dei risparmiatori truffati.

Ma c'è anche un'altra ragione che avrebbe spinto Renzi a suggerire alla Boschi di emigrare fuori Toscana: la presenza dell'ex ministro ad Arezzo, cuore della protesta dei correntisti di Etruria, nella lista del Pd sposterebbe lo scontro elettorale sul tema delle banche: un terreno su cui il partito democratico avrebbe tutto da perdere, dopo lo scivolone dello stesso Renzi con il tentativo, fallito, di silurare il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. Timore confermato da alcune voci che arriverebbero dall'interno del M5s, che vorrebbero Luigi Di Maio in campo ad Arezzo, come capolista dei grillini con la missione di soffiare sul vento dello scandalo Etruria. Di Maio utilizzerebbe il nome Boschi come arma elettorale per affondare il colpo contro Renzi. La Boschi sarebbe, dunque, pronta a lasciare l'amata Toscana per cercare consenso in terre migliori. La soluzione Roma è la più gettonata in queste ore: già alle primarie di aprile, Renzi ha spedito l'ex ministro nel collegio di Ostia. Ora, dopo gli scontri con Visco e con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, la popolarità della Boschi è in caduta libera. L'esilio forzato sarebbe l'unica strada per difendere da nuovi attacchi il volto giovane e pulito del renzismo.

Anche la soluzione Napoli è valutata al Nazareno tra le opzioni: una candidatura che avrebbe l'avallo sia del segretario regionale Assunta Tartaglione che del sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto.

Ma anche il presidente della Regione Vincenzo De Luca si sarebbe offerto per assicurare sostegno elettorale alla Boschi in Campania. In cambio di cosa? Ovviamente, del via libera alla candidatura del figlio Piero De Luca al Parlamento.

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