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Ecco cosa diceva Renzi di Letta: "Un incapace". E aveva un piano per mandarlo via da Palazzo Chigi

In una telefonata a un generale della Guardia di finanza Renzi svelò la strategia per andare a Palazzo Chigi, offrendo il Quirinale all'ex premier

Ecco cosa diceva Renzi di Letta: "Un incapace". E aveva un piano per mandarlo via da Palazzo Chigi

L'epilogo lo conosciamo tutti: Enrico Letta porge la campanellina a Renzi, per il passaggio di consegne, e senza neanche guardare in faccia il suo successore né accennare un sorriso alza i tacchi e se ne va. Ventidue febbraio 2014, inizia l'era Renzi a Palazzo Chigi. Nelle ultime settimane il segretario del Pd aveva più di una volta rassicurato il capo del governo Letta, fino alla frase scritta su Twitter il 17 gennaio 2014: "Enrico, stai sereno". Evidentemente, però, il suo disegno era ben diverso e, dopo aver preso in mano il partito, il suo (vero) obiettivo era andare al governo. Ora, da una telefonata intercettata nell'ambito di un'inchiesta sulla Cpl Concordia (la sinistra ora sperimenta sulla propria pelle cosa voglia dire pubblicare le intercettazioni) si scoprono alcuni retroscena inediti sulla trama ordita da Renzi per andare al potere.

Pubblicata dal Fatto quotidiano, l'intercettazione riguarda una telefonata tra Renzi e il comandante interregionale della Guardia di Finanza, Michele Adinolfi, avvenuta l'11 gennaio 2014. Manca meno di un mese alla fine del governo Letta e il segretario del Pd sta muovendo le sue pedine. La telefonata viene intercettata perché all'epoca Adinolfi è indagato per una sospetta fuga di notizie (poi verrà archiviato). Dopo un primo scambio di convenevoli e gli auguri che il generale fa a Renzi per i suoi 39 anni, il leader del Pd annuncia al suo interlocutore che, da lì a poco, ci sarebbe stato un "rimpastone" di governo. Insomma, un grosso cambiamento.

Renzi anticipa al generale che "lui è proprio incapace". Ma chi è lui? "Il nostro amico", chiarisce Renzi. E si capisce che l'incapace è il capo del governo. La strategia che Renzi ha in mente è una staffetta (che fa tornare alla memoria la prima Repubblica). Sì, insomma, un passaggio di consegne, con Renzi che va a guidare il governo e Letta che, come "risarcimento" per il passo indietro, viene eletto Presidente della Repubblica nel 2017 (prima non sarebbe possibile per ragioni anagrafiche), visto che Letta è nato nel 1966). Letta dovrebbe quindi aspettare tre anni per arrivare alla fatidica soglia dei 50 che gli permetterebbe di salire al Colle. Ma lui evidentemente non si fida, o comunque considera troppo distante quell'opportunità. E, particolare non secondario, Giorgio Napolitano è contrario.

Dalla telefonata Renzi-Adinolfi emerge il giudizio assai negativo che il politico fiorentino riserva nei confronti del premier: "Lui non è capace, non è cattivo, non è proprio capace. E quindi... però l'alternativa è governarlo da fuori". Il problema, nel disegno escogitato da Renzi, è che ci sono due variabili non proprio governabili: la prima è l'inquilino del Colle, non disposto ad arrivare fino al 2016. E a quanto pare l'ha già fatto sapere a Renzi.

Se Napolitano è fermamente contrario all'idea renziana, Berlusconi sembra essere invece favorevole a un cambio della guardia. Da lì a poco verrà annunciato il Patto del Nazareno (18 gennaio), che prevede un accordo tra Pd e Forza Italia per fare le riforme. C'è però un ostacolo: "Il numero uno (Letta, ndr) ce l'ha a morte con Berlusconi per cui... e Berlusconi invece sarebbe più sensibile a fare un ragionamento diverso...". Insomma, l'aria sta cambiando e si aprono nuovi scenari.

Dopo alcune ore dall'uscita della notizia interviene Enrico Letta, interpellato dall'Ansa: "Le frasi di Renzi si commentano da sole". Uscito di scena, dimessosi da parlamentare (ora fa il professore a Parigi), l'ex presidente del Consiglio non sembra averla presa bene. Intanto l'aula della Camera giovedì 16 luglio voterà sulle dimissioni da deputato presentate dall’ex presidente del Consiglio: si evince dal calendario dei lavori dell’assemblea della prossima settimana inviato ai gruppi parlamentari. Ci saranno sorprese? Staremo a vedere.

Il Movimento 5 Stelle è già sulle barricate. Dall’inchiesta della Cpl Concordia "emerge che viviamo in una Repubblica fondata sul ricatto - dice il deputato Alessandro Di Battista - che anche il governo Renzi è fondato sul ricatto, che il Patto del Nazareno pre esisteva rispetto alla nascita del suo governo. Se a Renzi è rimasto un briciolo di dignità e di coraggio venga in Parlamento, così potremo guardarlo in faccia dirgli tutto quello che pensiamo di lui.

Vediamo se è capace di mentire anche di fronte
al Parlamento, come quotidianamente fa davanti alle tv.

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