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Renzi "ladro" di deputati all'assalto di Forza Italia. Berlusconi stoppa il blitz

Il leader smaschera l'opa di Italia viva a caccia di azzurri. "Siamo essenziali, niente svendite"

Renzi "ladro" di deputati all'assalto di Forza Italia. Berlusconi stoppa il blitz

Dopo l'Opa salviniana è quella renziana ad agitare Forza Italia. Lega e Fdi, sempre in crescita, appaiono ormai in overbooking ma l'altro partito in salita, Italia viva, lancia espliciti inviti agli azzurri delusi dalla svolta sovranista del centrodestra. Due settimane fa alla Leopolda un Matteo Renzi era stato chiaro: «A chi crede che c'è spazio per un'area liberale e democratica dico venga a darci una mano. Italia Viva è aperta». L'ex premier punta sulla riserva berlusconiana.

La preoccupazione per il futuro spinge un'ottantina di azzurri a valutare la fuga, ben consci che le possibilità di una rielezione sono minime. In più si è sparsa la voce che Silvio Berlusconi abbia trattato con Salvini su 30 posti in lista per i fedelissimi alle prossime elezioni, 20 deputati e 10 senatori e garanzie per le sue aziende. Per alcuni sarebbe consegnare il partito alla Lega e preparare un disimpegno.

Ma il Cavaliere interviene da Arcore per smentire, cogliendo l'occasione di un articolo del Fatto, pieno di «falsità, vecchi pettegolezzi e vere invenzioni». Non vuole «svendere» Fi a Salvini, scrive, né «esiste alcuna exit strategy» di Fi, che rimarrà «componente essenziale del centrodestra». Sottolinea che la coalizione ha bisogno di chi rappresenti «il centro cattolico, liberale, riformatore, garantista», per vincere e governare e ripete che l'Altra Italia nasce «per rafforzare non certo indebolire» il partito. Vuole contrastare l'immagine di una Fi divisa e in liquidazione, come quella de l'Altra Italia come bad company dove relegare chi non sarà eletto. Difende anche la famiglia, che secondo certe ricostruzioni l'avrebbe spinto all'accordo con Salvini, negando «pressioni» e assicura l'«ottima salute» delle sue imprese. Nella stessa giornata, poi, il Cav candida Antonio Tajani a vicepresidente del Ppe, in vista del vertice dei popolari a Zagabria del 20 e 21 novembre, cui parteciperà.

Ciò che preoccupa Berlusconi sono le fibrillazioni dell'ala antisalviniana di Fi, che guarda a Mara Carfagna come possibile leader. La vicepresidente della Camera, che torna oggi dal Giappone, è stata durissima nel condannare la partecipazione azzurra alla manifestazione del Carroccio, come l'astensione sulla Commissione Segre, ma quando il Cavaliere ha posto un aut aut non ha risposto. «Non ha molto tempo - spiega una deputata azzurra delle più critiche-, o dimostra il coraggio di rompere o perderà il seguito che ha. Molto dipenderà anche da Renzi, perché ancora non si è capito se vuol fare l'ennesimo partito personalistico oppure lanciare un vero centro liberale».

Il piano di cui si parla da mesi e che parte soprattutto dagli azzurri insoddisfatti in Senato è di creare gruppi autonomi, magari unendosi a quei pochissimi che hanno seguito Toti, per poter trattare da un lato con Salvini e dall'altro con Renzi e tenere alta la bandiera del centro antisovranista.

«Non abbiamo intenzione di andare con Renzi - spiega il senatore Massimo Mallegni al Giornale - perché la nostra identità è di centrodestra. Semmai possiamo dialogare con lui. Per mesi abbiamo chiesto un cambiamento di Fi e non si è visto nulla, vogliamo in tutti i modi difendere un'area moderata e stiamo decidendo qual è il modo migliore per farlo».

La situazione è fluida, oltre a Renzi c'è chi guarda alle prossime mosse di Carlo Calenda e di chiunque voglia rilanciare i valori dell'europeismo moderato. In una lettera sul Riformista, la deputata Deborah Bergamini è uscita allo scoperto: «Caro presidente Berlusconi stiamo sbagliando». L'astensione sulla Commissione Segre, per lei, è stata l'occasione perduta di dare alla coalizione «una leadership diversa da quella incarnata da Salvini». Una riflessione «interessante», per Renzi.

Al leader di Iv pescare nello stagno azzurro sembra molto facile. Forse più di quanto sia. Renata Polverini, data in arrivo, si è autosospesa da Fi ma non ha compiuto il salto. Alessandro Cattaneo dice di stimare Renzi, ma anche lui attende. Renato Brunetta ultimamente è stato molto critico e si parla molto di contatti con i renziani di parlamentari come Causin, Dal Mas, Berardi, Masini, Fantetti.

Tutto o niente può succedere nelle prossime settimane.

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